L'ANALISI
07 Marzo 2022 - 05:20
CREMONA - Il marciapiede di via Giuseppina potrebbe ora essere ribattezzato ‘La passeggiata dei single’. È il suggerimento che viene da qualche residente dopo la realizzazione della nuova pista ciclabile tracciata sullo spazio che prima era riservato ai pedoni. Ora che chi si sposta sulle due ruote e chi va a piedi devono condividere lo stesso marciapiede, la convivenza in lunghi tratti è possibile solo purché ai pedoni non venga in mente di camminare affiancati, magari tenendosi per mano. Guai poi a tenere un cane al guinzaglio.
Una impostazione contrastata fin dall’inizio dalla Fiab Cremona, che nei giorni scorsi ha indirizzato un report con 24 dettagliate segnalazioni all’assessore Simona Pasquali e ai tecnici Giovanni Donadio, Marco Granata e Annalisa Bonini. Le osservazioni sono firmate dal presidente Piercarlo Bertolotti insieme a Filippo Bonali, Michele Bonezzi e Alessio Zapparoli, dell’area tecnica di Fiab.
Fiab proponeva la realizzazione di due percorsi differenziati: uno sulla carreggiata della via per i ciclisti ‘lepri’, che pedalano per raggiungere in fretta la loro meta. L’altro avrebbe dovuto essere previsto per i ciclisti ‘tartaruga’, che non hanno fretta di raggiungere la loro destinazione, quindi che si godono comodamente il loro tragitto. Questi avrebbero potuto usare sì il marciapiede, ma trasformato in un percorso promiscuo puro, cioè senza riga di separazione tra ciclisti e pedoni, al fine di vincolare i ciclisti ‘tartaruga’ a dover rispettare i pedoni in ogni momento in quello spazio e comunque permettere la bidirezionalità sul marciapiede.
E, dopo le polemiche e ultimata infine la nuova ciclabile con due corsie monodirezionali su entrambi i marciapiedi, ora Fiab ha voluto fare un sopralluogo, «ovviamente in bicicletta, per testare sul campo la funzionalità dell’opera». Con una premessa: «Durante lo svolgersi dei lavori avevamo già segnalato alcune problematiche e ringraziamo per avervi posto rimedio in parte o totalmente, segno evidente che le nostre erano osservazioni sensate. Dobbiamo, però, far notare che se fosse stato programmato un sopralluogo congiunto in bicicletta si sarebbe forse evitato di rompere l’asfalto dopo averlo già pitturato, così come altri dettagli che un ciclista non sono assolutamente da sottovalutare».
E Fiab, ribadendo la sua contrarietà all’impostazione generale dell’opera segnalata «nei colloqui avuti con i tecnici prima dell’approvazione del progetto definitivo, comunicati al protocollo con pec in data 12 novembre 2020 con ampia documentazione a sostegno», passa quindi in esame tutti i dettagli del tracciato che richiedono miglioramenti o correzioni: pali, cartelli ad altezza testa, strisce pedonali ormai consunte, pali e ostacoli non segnalati, gradini-tagliola e anche di un archetto di protezione «poco visibile di notte e in inverno, su cui possibile andare a sbattere» realizzato ex novo dove la ciclabile scende dal marciapiede all’altezza della corsia per la fermata degli autobus dell’Ospedale sulla carreggiata in direzione fuori città. L’archetto è stato installato dopo la segnalazione di un «pericolosissimo gradino che non si è voluto trasformare in rettilineo in fase di lavori, probabilmente per non spostare la caditoia». E, chiosa la Fiab, «paradossalmente la soluzione è ancora peggiore».
Il report poi evidenzia buche e un fondo «in generale molto sconnesso». Quanto all’attraversamento pedonale a chiamata all’altezza di via Riva Fredda «constatiamo che nessun pulsante per prenotare il verde è funzionante».
Fiab segnala poi alcune correzione da apportare alla segnaletica verticale, mentre quella orizzontale in alcuni tratti mostra segni di forte usura. Fra le note positive, «apprezziamo la scelta di aver difeso i marciapiedi con paletti», anche se «riscontriamo che tale scelta, osteggiata in passato nel resto della città, potrebbe essere adottata anche in altri luoghi strategici della città dove i marciapiedi vengono letteralmente costantemente usurpati dalle auto, a scapito soprattutto dei pedoni».
Quanto alla contestata striscia rossa, «finalmente, si è potuta vedere la colorazione di una pista, che a quanto pare, come da noi sostenuto anche in passato, non è difforme rispetto alla normativa».
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