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Una «tassa sulla stupidità». È salato il conto dei vandali

Ogni anno il Comune spende decine di migliaia di euro per rimediare ai danni di cittadini incivili e maleducati

Stefano Sagrestano

Email:

stefano.sagrestano@gmail.com

03 Marzo 2022 - 05:20

Una «tassa sulla stupidità». È salato il conto dei  vandali

CREMA - Si potrebbe definire tassa della stupidità: ogni anno il Comune spende decine di migliaia di euro tra materiale e ore-lavoro dei suoi dipendenti per rimediare alle conseguenze dei vandalismi. Dalle transenne prese a calci, alle panchine divelte o sfondate da chi, invece di sedersi, ci salta sopra, sino ai parapetti in legno che fanno la stessa fine. E ancora, i cartelli stradali o i lampioni: ne vengono abbattuti ogni settimana. Senza dimenticare gli archetti a protezione delle piste ciclabili o i guard rail, distrutti da automobilisti distratti che sovente se ne vanno senza avvisare nessuno. Un’alzata di spalle e via, tanto paga Pantalone. Si tratta ovviamente di un ragionamento molto miope: i costi delle manutenzioni sono a carico della collettività e di conseguenza vengono coperti dalle tasse dei cremaschi.

A questi importi, che il Comune calcola basandosi sulle spese per il materiale da sostituire o delle parti degli arredi urbani che vanno acquistate per le riparazioni, vanno poi aggiunti gli esborsi per il personale, a cominciare dalle ore di lavoro che i cantonieri devono dedicare a questi interventi. A fine anno, si tratta chiaramente di molte migliaia di euro da sommare ai 10 mila spesi in media per il solo materiale. «Abbiamo la fortuna di avere operai molto qualificati, che spesso riescono a rimediare anche a situazioni in cui l’unica strada percorribile sembrava la sostituzione dell’arredo urbano – sottolinea l’assessore Matteo Gramignoli –: il risultato è un risparmio di risorse. Le spese per rimediare ai vandalismi variano di anno in anno. Da esse sono esclusi i cestini che sovente vengono danneggiati. La loro sostituzione rientra già nel contratto di igiene urbana che il Comune ha stipulato con una società specializzata. Il resto degli arredi sono invece a carico dell’ente».

Ci sono zone che sono particolarmente bersagliate dai vandalismi. Si tratta di aree frequentate di giorno, ma anche la sera. «I parchi pubblici, innanzitutto – prosegue Gramignoli –: penso a quelli in centro, come porta Serio o campo di Marte, ma anche ai giardini dei quartieri. Poi l’area della passerella ciclo pedonale Giorgio Bettinelli, le ciclabili, e il centro storico». Più volte i cremaschi si lamentano di episodi di maleducazione e inciviltà che accadono nei week end e non solo. Negli anni scorsi si sono registrati danni frequenti agli attrezzi della palestra all’aperto di via IV Novembre, accompagnati da schiamazzi e rifiuti abbandonati. Più volte i residenti hanno protestato. Stessa situazione in centro. Altra zona critica è quella della stazione ferroviaria, specialmente la sera, quando il traffico dei treni si ferma e lo scalo diventa una sorta di terra di nessuno. Non molto distante, nella zona del complesso residenziale delle mura venete, nelle scorse settimane erano stati presi di mira i cestini e trafugati alcuni estintori dai garage sotterranei. In diverse zone della città è in funzione la videosorveglianza. Le telecamere inquadrano spesso gli autori dei vandalismi, ma non è affatto semplice identificarli. Tra cappucci, berrette e mascherine i volti sono sovente coperti. Le forze dell’ordine pattugliano costantemente le zone sensibili, con servizi mirati nei fine settimana. Purtroppo, non possono essere onnipresenti.

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