L'ANALISI
26 Febbraio 2022 - 08:07
Lo striscione dedicato all’articolo 11 della Costituzione italiana realizzato dagli alunni delle classi terze
CREMONA - Una bella iniziativa che ha coinvolto due classi della media Virgilio di Cremona che hanno dato vita, nella mattinata di ieri, ad un flash mob a favore della risoluzione pacifica della guerra in Ucraina.
«L’idea è nata grazie alla sollecitazione dei ragazzi della mia classe e di quelli della mia collega Alessandra Fiori — spiega l’insegnante di lettere Cinzia Cavalli —. Nelle nostre due terze, la A e la D, gli studenti, infatti, avevano manifestato curiosità ed espresso paura su quanto stava accadendo in Ucraina. La situazione non era ancora esplosa, ma soffiavano comunque già venti di guerra. Noi insegniamo anche educazione civica e così, visto il grande interesse e l’apprensione sollevati dalla situazione, abbiamo deciso di affrontare e sviscerare l’argomento durante le lezioni».
Le insegnanti, quindi, si sono soffermate in particolare modo sull’articolo 11 della Costituzione per «cercare di capire e analizzare le motivazioni della crisi internazionale che si era venuta a creare». Sull’onda del confronto in classe, è emersa proprio dai ragazzi l’esigenza di fare qualcosa di concreto.
«Così — dice Cavalli — abbiamo pensato ed organizzato un flash mob che ha coinvolto le nostre due terze, ma in qualche modo ha toccato tutto l’istituto. Infatti abbiamo chiesto all’intera scuola Virgilio di osservare un minuto di silenzio durante la manifestazione. Tutti i 600 ragazzi, hanno aderito con molta partecipazione».
Non solo: il nucleo di docenti e studenti che ha promosso l’iniziativa ha voluto approfondire il significato dell’iniziativa lavorando su tre canzoni simbolo: sulle note di «Imagine» di John Lennon i ragazzi hanno recitato frasi scritte da loro o stralci tratti da altre canzoni come «Civil War» e «Blowing in the wind».
Inoltre hanno messo a punto una coreografia sulla musica di «Zombie» dei Cranberries e, infine, abbiamo cantato tutti insieme «C’era un ragazzo» di Gianni Morandi. «In questo modo — evidenzia Cavalli — gli studenti hanno espresso la loro contrarietà nei confronti di una guerra a cui sono molto sensibili, nonostante sembri apparentemente lontana. Anche di questo abbiamo parlato. L’Ucraina è a 2.000 chilometri da noi, ma ci rendiamo conto che la guerra è sempre la guerra di tutti e che, comunque, ci saranno delle ricadute a più livelli su tutti i Paesi, anche quelli non coinvolti direttamente nel conflitto. Ho spiegato, per esempio, che ci saranno conseguenze significative sul piano economico anche qui e che la guerra porta sempre miseria, perdita di vite, profughi. Temi che non possono non coinvolgere tutti».
Qualcuno dei ragazzi particolarmente amareggiato si è lasciato andare ad alcune osservazioni: «Abbiamo già combattuto una guerra negli ultimi due anni. Quella contro la pandemia. E ora ci ritroviamo nel bel mezzo di un altro conflitto, che potrebbe rivelarsi sanguinoso», ha detto un alunno.
«È difficile non condividere certi pensieri — afferma la docente —. Noi siamo insegnanti, non siamo politici, ma se i ragazzi sentono la necessità di esprimere i loro sentimenti attraverso la musica, la recitazione, la danza, noi li assecondiamo molto volentieri. È un nostro dovere, principalmente, ma lo facciamo con piacere. Quando è emersa l’idea del flash mob, abbiamo chiesto ai genitori e al preside cosa ne pensassero e se fossero d’accordo. E abbiamo trovato la massima comprensione. Penso che siano attività condivisibili e che sensibilizzino molto i ragazzi su temi di stretta attualità e di grande importanza».
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