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LA RIPRESA POST PANDEMIA

Crema, record di vetrine in città: 30 in più rispetto al periodo pre pandemia

Nonostante la crisi sanitaria il settore terziario è in crescita, 1.414 imprese commerciali attive sul suolo urbano

Riccardo Maruti

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rmaruti@laprovinciacr.it

16 Febbraio 2022 - 11:59

Crema, record di vetrine in città: 30 in più rispetto al periodo pre pandemia

CREMA - Resiste e si rilancia. Il commercio in città, dopo aver retto allo tsunami pandemico, si prepara a una nuova primavera: lo dicono i numeri della Camera di Commercio, che a Crema registra 1.414 imprese commerciali attive. Vale a dire 30 in più rispetto all’immediato periodo pre crisi. E la crescita riguarda tutte le categorie del terziario, dai negozi all’ingrosso fino ai servizi di ristorazione: se non proprio un miracolo, certamente una felice eccezione. Se i numeri da soli non bastano a raccontare la complessità della galassia commerciale, inevitabilmente ancora in sofferenza, tuttavia restituiscono l’immagine di un settore dinamico e mai così intraprendente.

CONFCOMMERCIO

«I dati testimoniano la determinazione, il coraggio, l’orgoglio e la capacità di rinnovarsi del nostro settore — spiega Francesco Spreafico, referente di Confcommercio per Crema e il Cremasco —. Aver mantenuto i numeri pre pandemia è uno straordinario punto di partenza per guardare al futuro. Sarebbe tuttavia sbagliato considerare conclusa l’emergenza. Innanzitutto per la rotazione delle vetrine, con una difficoltà ad affermarsi delle start up tradizionali, ma anche per i problemi legati alla bolletta energetica, alla contrazione dei consumi e alla ripartenza dell’inflazione». E il direttore Stefano Anceschi rilancia: «Le imprese sapranno rinnovarsi per affrontare la sfida, facendo proprie le sollecitazioni dettate dai nuovi stili di vita e di consumo. La nostra associazione vuole accompagnare le imprese nei processi di innovazione e digitalizzazione anche attraverso il nuovo progetto formativo, definito proprio nei giorni scorsi, con il coinvolgimento del Crit. Punto di forza per la ripartenza è anche il rilancio del Distretto urbano del commercio, messo in campo dall’amministrazione attraverso Reindustria. A questo progetto continueremo a garantire il massimo sostegno».

ASVICOM

Secondo Berlino Tazza, presidente di Asvicom, «i dati della Camera di Commercio rischiano di non essere interpretati nel modo corretto». Tazza articola così la sua riflessione: «Il terziario, anche a Crema, è tra i settori più colpiti dalla pandemia. Una categoria che si trova in costante difficoltà e che stenta a ripartire». Perciò «la crescita fotografata» dai numeri nudi e crudi «è solo apparente». Il presidente di Asvicom prosegue: «L’incessante turnover di attività è evidente. Il fenomeno interessa tanto i pubblici esercizi quanto il commercio al dettaglio, purtroppo a discapito della qualità dell’offerta». E poi osserva: «Diverse nuove aperture sono riferibili a esercizi in franchising, attività che difficilmente riescono a costruire una relazione duratura con il cliente. Si riducono le attività storiche e cambia radicalmente il commercio tradizionale. Segnali che non interpreto positivamente. La dequalificazione dei centri storici è un rischio che attualmente vivono diverse città e che anticipa la desertificazione. Due fenomeni che Asvicom sta studiando ed analizzando da tempo». Per invertire la rotta «occorre agire, serve dialogo, confronto e cooperazione tra tutti gli attori coinvolti», sostiene Tazza.

CONFESERCENTI

«I dati vanno interpretati in chiave positiva — commenta il direttore di Confesercenti Giorgio Bonoli —. Tuttavia occorre evidenziare come la nascita di nuove attività sia legata anche e soprattutto alla trasformazione dell’assetto occupazionale innescata dall’emergenza pandemica». Perché «l’onda d’urto della crisi sanitaria ha prodotto una grave emorragia nella sfera del lavoro dipendente» e, perciò, «molti hanno scelto di reinventarsi imboccando la via dell’imprenditorialità». Proprio per questo il direttore di Confesercenti sottolinea la necessità di mettere in atto strategie per «sostenere lo sviluppo delle nuove imprese, favorendone il posizionamento sul mercato e consolidandone la presenza all’interno del tessuto commerciale territoriale». Solo in questo modo la città «potrà trarre reale beneficio dalle attività sorte in quest’ultimo periodo». Bonoli, a proposito, osserva: «Grazie alle nuove vetrine aumenta il livello di sicurezza e migliora la visibilità del centro». Perciò «la Pubblica amministrazione e le associazioni di categoria faranno la loro parte per rendere strutturale l’evoluzione positiva dello scenario commerciale cittadino».

ASCOM CREMA

È a tinte fosche, invece, la visione della situazione restituita dal presidente di Ascom Crema, Dario Silvi: «In realtà vedo più negozi che chiudono rispetto a quelli che aprono — afferma —. Non si può ignorare come nel terziario, specialmente nei segmenti merceologici tradizionali, manchi un adeguato ricambio generazionale. Inoltre in questo momento i negozi sono spaventosamente vuoti non solo per effetto della perdurante paura del contagio, ma anche a causa dell’effetto deterrente del Green pass e dell’inarrestabile propagazione dell’e-commerce». Le previsioni? «Serve una svolta aperturista — dice —. Le strategie comunicative devono mirare a trasmettere serenità ai consumatori per sperare di rianimare il centro storico».

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