L'ANALISI
LO SCONTRO
13 Febbraio 2022 - 05:15
CREMA - Una sferzante Stefania Bonaldi rimette in riga niente meno che Carlo Cottarelli, l’ex direttore cremonese del dipartimento Affari Fiscali del Fondo Monetario Internazionale. L’argomento è la protesta dei sindaci italiani contro il caro bollette che si è manifestata all’unisono giovedì sera, quando migliaia di primi cittadini hanno deciso di spegnere le luci di alcuni luoghi simbolo delle loro città e paesi, come è avvenuto appunto anche a Crema e a Cremona.
Un gesto simbolico, dunque, ma potente e di grande effetto. Che non ha mancato di provocare reazioni e commenti attraverso i media tradizionali, ma anche e soprattutto mediante i social network.
E così ecco il post del 67enne economista cremonese: «Per protesta contro il caro energia alcuni sindaci spengono le luci non necessarie. Se non erano necessarie magari si potevano spegnere prima (vedi mia spending review del 2014). Da allora avremmo risparmiato un po’ di miliardi...».
Poche righe intrise di ironia, che non pochi — e non solo esponenti politici — hanno inteso come una sorta di schiaffo o di sberleffo nei confronti di un atto, quello appunto di spegnere le luci, che alla contemporaneità dell’azione stessa, ha registrato una trasversalità lungo tutta la Penisola. E dunque la reazione non si è fatta attendere.
Stefania Bonaldi, sindaco di Crema, non le ha risparmiate a Cottarelli: «Caro professore, come ho commentato anche sotto il suo post, questa boutade è buona per prendere i like, forse, ma non certo per dare un contributo ad una causa che vede tutti sulla stessa barca: Comuni, famiglie, imprese. Siamo a migliaia i primi e le prime cittadine che hanno aderito a questo gesto simbolico, certo, ma che vuole rappresentare un tema reale, che rischia di far saltare i bilanci di tanti dei nostri Comuni, piccoli e grandi, ma anche di metterci nelle condizioni di non poter affiancare le tante situazioni di fragilità che già prima si facevano avanti alle porte dei nostri servizi sociali. Forse non le è noto, ma sa che già negli anni passati c’erano famiglie e anziani che non accendevano in casa il riscaldamento perché non in grado di pagare la bolletta? E certamente la crisi sociale, acuita da quella pandemica, ha solo appesantito la situazione. Dopodiché le faccio anche sommessamente notare che nei nostri Comuni siamo tenuti ad approvare i Pric, cioè i piani regolatori della illuminazione comunale, proprio per calibrare l’entità della illuminazione, per moltissimi di noi già a led, proprio per evitare gli sprechi, anche se le ricordo che il tema illuminazione è anche legato alle esigenze di sicurezza, stradale e in generale degli spazi della città e del territorio. Sono sicura che la sua fosse una battuta, tuttavia mi stava a cuore andare un po’ oltre la superficie. Questo era lo spirito che ci ha animato e da ridere c’è davvero poco!».
Forse l’attuale direttore dell’Osservatorio sui Conti Pubblici italiani dell’Università Cattolica di Milano non si aspettava particolari reazioni, ebbene, presto si è dovuto ricredere.
A quello di Bonaldi infatti si è aggiunto anche il post di Michel Marchi, sindaco di Gerre de’ Caprioli, tra i primi nel territorio provinciale a denunciare la gravità della situazione. Dopo la lettera al premier Mario Draghi per chiedere interventi di sostegno per le utenze — «Tutti i bilanci che stiamo approvando presentano ad oggi coperture finanziare che consentono di arrivare al massimo a settembre e la situazione è diventata insostenibile», ha detto solo una decina di giorni fa —, Marchi ha coinvolto i colleghi della provincia. Forse anche per questo il primo cittadino di Gerre e Bosco ex Parmigiano non ha digerito le parole di Cottarelli: «Il libro sul taglio della spesa, se per certi aspetti apprezzabile, ha il limite di essere decontestualizzato da quello che succede ogni giorno negli enti locali…. Questo post se lo poteva risparmiare… soprattutto se pensa ancora di fare il candidato in Regione».
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