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TICENGO

Non hanno favorito familiari, archiviazione per il sindaco Agarossi e il vice Vitari

Per i gip del Tribunale di Cremona non vi fu abuso d'ufficio, per quei lavori non era necessario procedere attraverso una gara. Nessun danno alle casse comunali

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

05 Febbraio 2022 - 05:30

Agarossi

Il sindaco Mauro Agarossi

TICENGO - L’acquisto della pensilina e di disinfettanti. La riparazione della serratura, la mano di vernice alla pista ciclabile, la ritinteggiatura dei muri del cimitero e altri lavoretti di restauro. Tutti lavori eseguiti «a regola d’arte». E, soprattutto, senza favorire le imprese di figli e familiari di consiglieri e assessori. Finiti un anno fa nella bufera politica con colpo d’ala giudiziario, il sindaco Mauro Agarossi e il suo vice Riccardo Vitari incassano una doppia archiviazione. Non hanno commesso un abuso d’ufficio. Lo hanno detto due gip del Tribunale di Cremona: Elisa Mombelli da un lato, Giulia Masci dall’altro; le quali, nell’accogliere le richieste di archiviazione della Procura, si sono pronunciate su vicende analoghe, entrambe nate da due querele ravvicinate nel tempo. Quelle presentate da Matteo Gorlani, consigliere di minoranza che nelle delibere di affidamento dei lavori ci aveva letto un «inciucio». Per Gorlani, sindaco e vice di un paese di poco più di 400 abitanti, avrebbero dovuto astenersi quando, con delibera, furono affidati i lavori a familiari di assessori o consiglieri. Come la ritinteggiatura della pista ciclabile e dei muri del cimitero affidata all’«AGF colori di Agarossi A», l’impresa del figlio del sindaco. O come i lavori affidati alla ditta del padre dell’assessore Brugnoli.


Tutti lavori «sotto soglia», scrivono i due gip. Dunque, non era necessario procedere attraverso una gara. Bastava l’affidamento diretto e così venne fatto. Ed ancora, lavori dati a ditte selezionate «sulla base di preventivi del tutto adeguati, così come attestato, per ogni determina, dall’ufficio tecnico». Lavori pagati a prezzi di mercato, insomma, non gonfiati. Nessun danno alle casse comunali. Sono soddisfatti Agarossi e Vitari, il sindaco difeso dall’avvocato Marco Simone, il vice dalla collega Clara Carletti. «Il sindaco a suo tempo fu vittima, a mio avviso, di una campagna stampa dettata più da una battaglia politica locale. Parliamo di un paesino di 400 abitanti — afferma l’avvocato Simone —. E parliamo di lavoretti che la giunta comunale, su approvazione del sindaco e del vicesindaco come responsabile del procedimento amministrativo, aveva appaltato in via diretta, perché sotto soglia. Nelle due ordinanze di archiviazione, i gip non hanno ravvisato un conflitto di interessi tra sindaco, vicesindaco e i parenti delle altre ditte collegate. Soprattutto, non hanno ravvisato un ingiusto profitto. Manca la prova dell’ingiusto profitto, ossia che tu od altri vi siate avvantaggiati ingiustamente».

Alle richieste di archiviazione della Procura, Gorlani si era opposto. Archiviazione. «È stata fatta giustizia — afferma l’avvocato Simone—. Le iniziali accuse si sono rivelate infondate e la campagna mediatica portata avanti all’inizio, probabilmente era stata dettata da una rivalità politica. Così mi viene da pensare. Si è fatta finalmente luce e giustizia su una vicenda che era stata molto esasperata, esagerata, sicuramente infondata rispetto a possibili illeciti penali». 

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