L'ANALISI
04 Febbraio 2022 - 05:30
CREMONA - La città del Torrazzo è fra le 15 più inquinate d’Italia, al primo posto per concentrazione di polveri fini. Secondo il report di Legambiente ‘Mal’aria 2021’, infatti, il cielo sopra Cremona è ancora eccessivamente caratterizzato dallo smog: media annuale delle Pm 10 a quota 30 microgrammi e Pm 2,5 a quota 24. Entrambi i parametri sforano abbondantemente i limiti medi fissati dall’Oms, che sono rispettivamente 15 e 5 microgrammi.
L’analisi è stata presentata ieri ed è in linea con quanto illustrato nei giorni scorsi da Regione Lombardia. A guidare la classifica negativa sull’inquinamento da polveri sottili è però una città non lombarda: Alessandria, con 33 microgrammi in media. Cremona è al quindicesimo posto, preceduta dalle vicine Piacenza, Lodi, Mantova, Milano. Circa il particolato fine, invece, svettano proprio i dati di Cremona insieme a quelli di Venezia: entrambe le città nel 2021 hanno fatto registrare una media giornaliera di 24 microgrammi di Pm 2,5.
Su 102 capoluoghi di provincia analizzati, nessuno rispetta i valori limite dell’inquinamento atmosferico suggeriti dall’Oms. Legambiente torna quindi a ribadire «l’urgenza di ripensare e ridisegnare in prima battuta le aree metropolitane, gli spazi pubblici urbani e la mobilità sostenibile, sempre più intermodale, in condivisione ed elettrica».
Realizzato nell’ambito della campagna ‘Clean Cities’ (Città pulite) il report ‘Mal’aria’ è stato per Legambiente anche occasione per lanciare un monito a fronte della revisione della direttiva europea sulla qualità dell’aria, che avrà parametri più vicini a quelli dell’Oms: per raggiungere gli obiettivi raccomandati, ad esempio, Cremona dovrebbe ridurre le concentrazioni annuali di Pm 10 del 50%. Per gli ambientalisti, occorre mettere in campo azioni trasversali a tutti i settori della vita quotidiana per rientrare in tabelle più stringenti, in particolare nei settori che maggiormente contribuiscono allo smog con le loro emissioni.
«La qualità dell’aria in Lombardia è in miglioramento», replica l’assessore regionale ad ambiente e clima Raffaele Cattaneo. «Legambiente fa finta di ignorare che Regione Lombardia è rispettosa da anni dei valori limite imposti dall’Ue per le medie, indicando invece i valori dell’Oms, che non hanno valore normativo e che tecnicamente non sono raggiungibili; a meno che non si chiuda l’intera regione Lombardia e si spostino tutta la popolazione e le attività altrove».
Il tema viene toccato anche dal Comune: «Cremona ha un problema serio con la qualità dell’aria – ha ammesso ieri il sindaco Gianluca Galimberti –. Siamo penultimi in Europa per Pm 2.5 tra le città che hanno fornito i dati, e ne mancano molte. Ha un problema non da oggi e non da sola. E’ una questione storica. C’entra anche la morfologia del territorio. Si tratta di una questione condivisa con tutta la Pianura Padana. Questo dice che le azioni devono essere intraprese mettendo insieme Comuni e Regioni diverse».
C’è però una buona notizia rispetto al passato. «Nel 2021 tutti i capoluoghi lombardi hanno misurato concentrazioni medie di Pm 10 ben al di sotto del valore soglia previsto dalla normativa europea (che a differenza di quanto fissa l’Oms è 40 microgrammi) e dal 2005 al 2021 Cremona ha dimezzato (-55%) il numero di giorni di superamento annuo del limite di Pm 10. Risulta in miglioramento rispetto al passato, anche se ancora da ‘maglia nera’, pure il dato sulle Pm 2.5. «Le polveri, sia grossolane che fini, sono emesse principalmente dalle combustioni non industriali (dal 35 al 52%) e dal trasporto su strada (dal 18 al 22%). Se dovessimo tracciare un bilancio del 2021 potremmo dire che i trend di miglioramento ci sono, ma le azioni sono ancora troppo lente per sottrarci da una condizione di inquinamento cronico, rendendo la qualità della nostra aria troppo dipendente dai capricci di Eolo».
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