L'ANALISI
16 Gennaio 2022 - 05:15
CREMONA - Un nuovo primato ambientale tutt’altro che positivo all’ombra del Torrazzo: dopo essere stata dichiarata la città italiana più inquinata per livelli di Pm10, ora Cremona viene indicata come la provincia con il numero più elevato di morti premature a causa delle Pm 2.5, 127 ogni 100 mila abitanti, vale a dire 468 nel 2019. Il dato shock, che riguarda i decessi anticipati rispetto all’aspettativa di vita media per genere di appartenenza, è stato diffuso da Openpolis sulla base delle proiezioni dell’European environmental agency.
Il Pm 2.5 è una particella di diametro inferiore ai 2,5 millesimi di millimetro (o micron) e data la sua dimensione estremamente ridotta è capace di penetrare in profondità nel sistema respiratorio umano, raggiungendo non solo la trachea e le vie respiratorie superiori, come avviene con le Pm10 o polveri sottili, ma anche gli alveoli polmonari. Ecco allora che provoca effetti nocivi sia sul sistema respiratorio che su quello circolatorio. Secondo le analisi dell’Oms, infatti, una esposizione prolungata ha comprovati legami con l’emergere di tumori e di altre patologie come l’obesità, il diabete, ma anche il morbo di Alzheimer e la demenza senile. Può inoltre causare arteriosclerosi e, secondo ricerche recenti, potrebbe incidere sullo sviluppo neurologico nei bambini e sulle funzioni cognitive negli adulti. Oltre a esacerbare problemi di salute preesistenti.
Secondo Openpolis, nel 2019 nell’Unione europea sarebbero state 307 mila le morti premature imputabili proprio al particolato fine. Un dato in calo rispetto al 2013 (quando ne erano state stimate circa 400 mila) ma preoccupante. É la regione della capitale macedone Skopje a riportare il numero più elevato di morti premature da Pm 2.5: 225 ogni 100 mila abitanti nel 2019. Segue la provincia serba Podunavska con 205.
In Italia spicca appunto Cremona, che è la quarantesima provincia europea in questa classifica. La seguono Brescia, Mantova e Padova con 123 decessi ogni 100 mila abitanti. A riportare le cifre più contenute sono invece la provincia sarda di Sassari (con 49 decessi ogni 100 mila abitanti) seguita da Olbia-Tempio nella stessa regione e dalla Valle d’Aosta, entrambe con 50 morti premature ogni 100 mila abitanti.
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