L'ANALISI
30 Gennaio 2022 - 11:40
CREMONA - Nonostante le polveri sottili siano tornate nei ranghi negli ultimi giorni, gennaio sta per chiudersi con una media di 18 sforamenti in provincia. E considerando il fatto che il limite annuo di giornate segnate dallo smog è fissato a 35 spalmate in 12 mesi, questo 2022 è cominciato tutt’altro che bene per l’aria cremonese.
Il picco del mese è stato registrato lo scorso 19 gennaio dalla stazione Arpa di piazza Cadorna in città: Pm 10 a quota 86 microgrammi. Nella stessa giornata a Spinadesco le polveri sottili sono salite fino ad 81 microgrammi, 79 invece in via Fatebenefratelli a Cremona. A Crema le giornate più inquinate sono state 20 e 23 gennaio con Pm 10 a quota 73 microgrammi e infine a Soresina il record negativo è stato registrato il 15 gennaio (79 microgrammi). Al contrario, i valori più bassi del mese, e dunque le giornate in cui l’aria è stata più respirabile, sono stati rispettivamente: il 16 gennaio in via Fatebenefratelli a Cremona, a Spinadesco, a Crema e a Soresina (15, 14, 16 e 19 microgrammi), il 3 gennaio in piazza Cadorna (15 microgrammi).
Anche se negli ultimi giorni il livello di polveri sottili è tornato al di sotto del limite di 50 microgrammi, le polveri fini Pm 2.5 restano da bollino rosso: l’ultima media giornaliera registrata in piazza Cadorna, ad esempio, è stata pari a 40 microgrammi. Da qui l’iqa (indice di qualità dell’aria) dal valore scarso.
«Siamo in uno stato di crisi ambientale che, senza interruzione, affligge i capoluoghi di Milano, Cremona e Monza dall’8 gennaio scorso – commenta Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – e che progressivamente si è esteso al resto della pianura e nelle valli lombarde. Eppure, secondo il macchinoso algoritmo sviluppato da Regione Lombardia per decidere l’entrata in vigore delle misure di limitazione del traffico e delle altre fonti di inquinamento, l’emergenza non c’è: a differenza di Emilia-Romagna e Veneto, le misure attivate sono solo quelle di primo livello. Si chiede ai cittadini di abbassare i termostati del riscaldamento domestico e di spegnere il motore in caso di sosta. Le misure di secondo livello, quelle che fermano i veicoli commerciali più inquinanti (i veicoli commerciali diesel Euro 4) e impongono una intensificazione delle attività di controllo, sono attive solo nelle province di Mantova e Pavia, non in quelle della popolosa fascia centrale della Lombardia. Evidentemente si continua a confidare che le brezze attese per i prossimi giorni siano sufficienti a portare un temporaneo sollievo ai polmoni lombardi».
Quindi l’amara conclusione, anche alla luce del recente report lombardo sulla qualità dell’aria nel 2021, con dati in miglioramento ma che hanno riconsegnato a Cremona la ‘maglia nera’: «Mai come in questo momento – dice la presidentessa di Legambiente – è evidente che le misure da mettere in campo devono essere trasversali se vogliamo tenere sotto controllo l’inquinamento atmosferico prima di arrivare al limite della sopportazione umana».
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