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CORONAVIRUS: I PRESIDI SANITARI

Sospesi 20 infermieri No Vax. E adesso i controlli incrociati

Da metà dicembre scattano l’obbligo della terza dose e le verifiche dirette degli Ordini professionali

Elisa Calamari

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redazioneweb@laprovinciacr.it

09 Dicembre 2021 - 08:41

Sospesi 20 infermieri No Vax. E adesso i controlli incrociati

CREMONA - Ad oggi sono una ventina su 2.854 gli infermieri sospesi dall’Ordine di Cremona perché non vaccinati. Un numero che potrebbe però salire dopo il 15 dicembre, quando per effetto del decreto 172 scatterà l’obbligo della terza dose per gli operatori sanitari (medici, farmacisti, personale Rsa e appunto infermieri). Come spiega il presidente Fnopi, Enrico Marsella, l’iter di accertamento e sanzione da quella data cambierà: «Sarà la Federazione nazionale degli ordini a controllare i dati tramite le piattaforme regionali e ad indicare poi i nominativi di coloro non in regola con la vaccinazione. I provvedimenti dunque saranno posti in capo agli Ordini, senza più l’intermediazione di Ats».

SOSPENSIONE PER INADEMPIENZA

La norma prevede che, in caso di mancata vaccinazione, l’Ordine professionale territorialmente competente inviti l’interessato a produrre, entro cinque giorni dalla ricezione della richiesta, la documentazione attestante l’avvenuta vaccinazione o il differimento della stessa, o ancora la richiesta di vaccinazione da eseguirsi entro un termine non superiore ai 20 giorni. Nel caso in cui questa documentazione sia in regola, l’interessato dovrà comunque inviare, non oltre tre giorni dopo la somministrazione, la certificazione che attesta l’adempimento dell’obbligo. In caso contrario, l’Ordine comunica alle Federazioni nazionali competenti e – in caso di rapporto di lavoro dipendente – anche al datore di lavoro. L’atto di accertamento di inadempimento dell’obbligo vaccinale comporta l’immediata sospensione dall’esercizio delle professioni sanitarie ed è annotato nel relativo albo professionale.

A CREMONA NUMERO ESIGUO

«Per quanto riguarda Cremona – ribadisce Marsella – devo dire che il numero degli infermieri non vaccinati è davvero esiguo, anche perché vanno tolti quelli che sono stati esonerati per motivi di salute. Un numero che si è anche ridotto nei mesi con l’adesione progressiva anche di alcuni inizialmente titubante». Nelle province vicine, a fronte di meno iscritti, la percentuale di infermieri non vaccinati contro il Covid è superiore. Ad esempio a Piacenza, dove i sindacati hanno anche evidenziato una carenza di operatori sanitari: su 2.150 infermieri sono infatti 26 quelli già sospesi nei mesi scorsi. Lavoravano fra ospedale e case protette del territorio.

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