L'ANALISI
26 Novembre 2021 - 08:42
Massimiliano Giansanti in fiera con Giuseppe Quaini
CREMONA - «Il giudizio più importante su questa nuova edizione delle Fiere Zootecniche Internazionali di Cremona sarà quello che esprimeranno gli allevatori con la loro partecipazione. Sono convinto che qui troveranno ciò che hanno sempre trovato: la casa della bovina da latte. Mi aspetto quindi, come al solito, un’ampia presenza degli imprenditori che sono fortemente interessati al futuro di questo comparto. Cremona saprà così dimostrare a tutti, per l’ennesima volta, di essere la capitale della vacca da latte». Non ha dubbi, il presidente nazionale di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, oggi a Cà de’ Somenzi nel primo giorno della rassegna.
La presenza del ministro Stefano Patuanelli offrirà anche l’occasione di discutere delle scelte cruciali affidate al Piano strategico nazionale in riferimento alla nuova Pac. «È fondamentale definire le priorità che dovranno essere parte di quel documento — riprende Giansanti —. Tutti dobbiamo lavorare affinché i valori delle produzioni agricole possano trovare in quella sede le condizioni per un giusto reddito. Perché la Pac è prima di tutto una politica economica e in quanto tale deve definire le strategie del Paese sull’agricoltura. Si tratta di scelte che aspettiamo da troppo tempo e ora non sono più rinviabili; a fronte di un numero crescente di variabili, agricoltori ed allevatori hanno bisogno di certezze. Stabilire le priorità significa anche definire i settori sui quali il governo intende puntare. E poiché in Italia il sistema dell’allevamento costituisce una priorità, dovremo trovarlo indicato come obiettivo, declinato in termini di scelte e risorse nel Piano strategico nazionale che entro il 31 dicembre andrà presentato alla Commissione Europea».
La rassegna cremonese va in scena a poche settimane dall’importante accordo siglato al ministero sul prezzo del latte. «Quell’intesa — sottolinea il presidente di Confagricoltura — testimonia la necessità ormai chiara a tutti di rivedere il prezzo del latte. Stiamo attraversando una fase congiunturale complicata, nella quale i forti rincari delle materie prime stanno soffocando la capacità di fare reddito da parte delle aziende agricole. La remunerazione degli allevatori deve crescere, quindi l’accordo raggiunto al ministero è un fatto estremamente positivo. I primi segnali stanno andando nella direzione giusta: le industrie di trasformazione hanno compreso che si tratta di un passaggio ineludibile. Ora però i nostri allevatori - me compreso - sono chiamati a stipulare i nuovi contratti in vista del prossimo anno. Confido — è l’auspicio di Giansanti — che il mondo dell’industria sappia individuare in proposito le giuste soluzioni; tali da garantire un futuro sia in termini di quantità (l’aspetto relativo al conferimento dei quantitativi è ovviamente importante), sia soprattutto in ordine alla definizione di un prezzo che garantisca lungo la filiera una giusta remunerazione del lavoro di tutti».
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