L'ANALISI
10 Novembre 2021 - 18:24
Il presidio a Palazzo Pirelli
MILANO - Ha preso il via oggi la «maratona» consiliare dedicata all’esame e alla discussione del progetto di legge di riforma della sanità lombarda: sono previste sedute ogni giorno (esclusi sabato e domenica) fino al 26 novembre, così da lasciare poi spazio dopo le 18 alle riunioni delle Commissioni consiliari. Oggi sono state illustrate le quattro questioni pregiudiziali presentate dal Movimento 5 Stelle e illustrate da Marco Fumagalli.
Il presidente della Commissione Sanità Emanuele Monti (Lega), che è anche relatore del provvedimento, ha poi illustrato i contenuti del progetto di legge sottolineando che «non è una riforma ma un intervento di potenziamento di un sistema sanitario che negli anni scorsi ha dovuto subire da parte dello Stato un livello di tagli enormi».
LE MINORANZE. Un riassetto che non piace alle minoranze, in particolare al Movimento 5 Stelle che già oggi ha inscenato una protesta davanti alla Regione. «La criticità più grossa di questa (non) riforma è la presenza di articoli in contrasto con la normativa nazionale — attaccano i consiglieri Marco Degli Angeli e Marco Fumagalli —. Alcuni passaggi rappresentano una vera e propria sfida al Governo nazionale».
“Il problema delle liste d’attesa dura da tantissimi anni e non accenna a migliorare, come testimoniato da tantissimi cittadini. È esperienza comune non riuscire a prenotare una prestazione sanitaria in tempi ragionevoli con il servizio pubblico e vedersi invece offrire la stessa prestazione in tempi brevissimi, a pagamento nel privato. Il sistema sanitario lombardo non garantisce a tutti le stesse cure. È evidente che chi non ha soldi non potrà essere curato. È questo nega il diritto universale alla salute”. A dichiararlo è il consigliere regionale del Pd Matteo Piloni, nel primo giorno della maratona che impegnerà l’aula del Pirellone per tre settimane sulla legge di revisione del sistema sanitario lombardo.
“La riforma presentata da Fontana e Moratti non prova neppure ad affrontare il problema. Lo ignora – fa sapere Piloni -. Il progetto di legge in discussione non prevede il governo del sistema di offerta, il che comporta un numero di prestazioni non tarato sui bisogni. Il pubblico non eroga servizi sufficienti a rispondere alla domanda e i cittadini sono costretti al rivolgersi al privato. Non è accettabile. Chiediamo una profonda revisione della legge che garantisca a tutti lo stesso diritto alla cura”.
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