L'ANALISI
IL DELITTO DI PALAZZO PIGNANO
25 Ottobre 2021 - 18:44
Eugenio Zanoncelli e la moglie Morena Designati
CREMA - «Le ho dato due schiaffoni, ma non mi è mai sfiorato di uccidere mia moglie, non era nelle mie intenzioni ucciderla». Per la prima volta parla Eugenio Zanoncelli, 56 anni, operaio specializzato alla Bosch di Offanengo, in carcere dal 25 giugno del 2020 con l’accusa di aver ammazzato, la sera prima, nella villetta in via Enrico de Nicola, a Palazzo Pignano, la moglie Morena Designati, 49 anni, dal 2015 malata gravemente di sclerosi multipla. È accusato di averla colpita al volto con uno schiaffo e con una stampella. Morena era ormai ridotta pelle ed ossa. Ansimò, tirò tre respiri, morì ai piedi del divano, in sala.
Quella sera, papà Eugenio lasciò il figlio Andrea di 12 anni, da suo fratello Roberto a Rivolta d’Adda. E fuggì in auto. Fermato dai carabinieri all’alba, interrogato in caserma dal pm Milda Milli, dichiarò: «Io volevo ucciderla, come minimo prendo 20 anni». E quando il pm gli domandò: «Ieri sera che cosa è successo?», lui disse: «Per il momento preferisco non rispondere a questa domanda, perché sono ancora agitato». Il giorno dopo, nell’interrogatorio di garanzia in carcere, davanti al gip scelse di non parlare. Un anno e quattro mesi dopo, davanti alla Corte d’Assise di Cremona, per oltre due ore parla, si difende Zanoncelli. Nega la frase detta un anno prima al pm in caserma. Racconta, spiega, controbatte. Scoppierà in lacrime tre volte.
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