L'ANALISI
CREMA. SOSTA DI PAGAMENTO INDIGESTA
22 Ottobre 2021 - 05:10
CREMA - Impallinate, insultate e alcune volte pure minacciate. Il tutto perché non fanno nient’altro che il loro lavoro, ovvero controllare che chi parcheggia negli stalli blu paghi regolarmente la sosta. Tutto qui.
È quanto devono quotidianamente sopportare le quattro ausiliarie del traffico in forza alla Ica, la società cremasca che dalla scorsa tarda primavera ha preso in concessione la gestione della sosta a a pagamento.
Insulti e minacce non sono purtroppo episodi nuovi. Il fatto che invece qualcuno abbia pensato di intimorire, con una scarica di pallini di plastica dura partiti da una pistola giocattolo, l’ausiliaria intenta — nello slargo antistante il Monte di Pietà, a due passi dalle pensiline del mercato coperto — ad elevare una contravvenzione questo sì.
Tra l’altro, si è appreso, l’auto non era nemmeno di sua proprietà. Ma inveendo contro l’ausiliaria e prima di far partire la scarica di pallini, il «nostro» ha urlato che era stanco di vedersi appioppare contravvenzioni. Insomma un «vendicatore» trasversale, che ha pensato bene di farsi interprete a modo suo dell’insofferenza di altri automobilisti. Che avrà comunque dei grattacapi. La Polizia locale lo ha infatti già identificato.
Episodio, quest’ultimo, che ha fatto discutere ma che contestualmente pone in risalto un problema più ampio. Non ha impugnato un’arma potenzialmente letale (sarebbero stati subito presi dei provvedimenti), ma il gesto la dice lunga.
Gli insulti e le minacce che le ausiliarie del traffico (e in passato recente vittima è stato anche un uomo) sono state raccontate in diverse occasioni. Vengono monitorate, questo sì, ma difficilmente porteranno a un qualcosa di concreto, ovvero alla denuncia del singolo autore. Sono nella fattispecie minacce generiche e non specifiche, rivolte direttamente alla persona.
«Passi per le scuse più fantasiose — avevano testimoniato un paio di addette al controllo della sosta a pagamento —, passi pure che ci dicano che ci accaniamo anche contro chi ritarda di 5 minuti, ma alcuni comportamenti, alcune frasi che ci vengono dette sono inaccettabili. Cosa facciamo? Reagire non è il caso. Educatamente replichiamo e alla fine incassiamo». Un po’ come voler dire che la maleducazione di alcuni automobilisti viene messa in conto.
Un lavoro, in definitiva, rischioso. Anche perché dagli insulti si è passati alle vie di fatto.
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