L'ANALISI
27 Settembre 2021 - 06:20
CREMONA - «Non ha mai dimostrato un comportamento violento o scontroso. L’ho trovato spesso taciturno e impegnato in un percorso di inserimento lavorativo». La descrizione è di Franco Spinogatti, direttore del Dipartimento di Salute mentale dell’Asst di Cremona. E l’uomo descritto è Younes El Yassire, il 34enne che giovedì scorso ha ucciso la madre 54enne Fatna Moukhrif con una coltellata al collo, nella loro abitazione del quartiere Cambonino. Era seguito dallo stesso Spinogatti, il figlio diventato assassino e ora in carcere con l’accusa di omicidio aggravato. In cura dal 2017 proprio nel Dipartimento che comprende anche psichiatria.
«Siamo addolorati per questa tragedia atroce – aggiunge Franco Spinogatti – e non possiamo che considerarla come un evento improvviso e in grado di sorprendere tutti». Da una parte la violenza di Younes El Yassire, dall’altro lato il suo percorso con gli specialisti, che negli ultimi cinque anni è stato caratterizzato da un atteggiamento mite e mai sopra le righe. «Questa persona – racconta ancora Spinogatti – era di poche parole e in questi anni aveva iniziato un percorso di reinserimento lavorativo. Da quando veniva seguito da noi era l’esatto opposto di chi commette un omicidio».
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