L'ANALISI
14 Luglio 2021 - 08:18
CREMONA - Non si considerano ‘No vax’. Per gli Ordini professionali di appartenenza sono «disobbedienti». Loro si definiscono operatori sanitari che hanno il diritto di ribellarsi all’obbligo del vaccino. E che sono pronti a ricorrere al Tar di Brescia contro l’aut-aut di Ats Val Padana: il secondo avviso. Pena, il rischio di essere demansionati o sospesi.
Ieri sera, una ventina di loro, tra medici infermieri, operatori socio sanitari del Cremonese, si è incontrata con gli avvocati Susanna Bonfatti Paini e Michele Modesti. Si è discusso del ricorso ai giudici amministrativi.
I «ribelli», rivendicano «la libertà di scelta della cura e la libertà della ricerca scientifica sancite dalla Carta Costituzionale, diritti inviolabili e parte integrante del patrimonio costituzionale comune dei Paesi dell’Unione Europa, «in nessuno dei quali, non a caso e a differenza dell’Italia, questo obbligo è stato introdotto», spiegano. Efficacia ed eventuali danni dei vaccini sono i punti cardine della battaglia davanti al Tar di Brescia.
«Sia l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) sia l’Istituto superiore di sanità (Iss) e persino l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), insomma, le autorità predisposte alla valutazione e all’approvazione dei farmaci, così come gli stessi produttori dei vaccini, non sono ancora in grado di stabilire quali siano l’effettiva efficacia e la sicurezza dei vaccini stessi». Nonostante ciò, «il legislatore italiano ha inteso prevedere un singolare e liberticida obbligo vaccinale in danno degli operatori sanitari e sociosanitari, costretti a sottoporsi ad uno dei quattro vaccini autorizzati in Italia, senza avere certezze circa la loro efficacia e sicurezza e, peraltro, senza nemmeno avere la possibilità di scegliere a quale dei quattro vaccini sottoporsi».
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris