L'ANALISI
13 Luglio 2021 - 06:10
CASALBELLOTTO - L’impronta di una suola di scarpa o di un pneumatico sul pantalone, all’altezza della gamba destra in coincidenza di una ecchimosi. Le tante fratture lungo la parte sinistra del corpo, dalla testa in giù. «Perché non fare una simulazione della caduta con un manichino, per capire se Arianna abbia perso l’equilibrio e sia caduta accidentalmente dal muretto della chiavica oppure se, come riteniamo noi, qualcuno l'abbia spinta?». Tramontata già a suo tempo l’idea che Arianna Zardi si fosse suicidata, l’avvocato Giovanni Bertoletti, legale della sorella Sara, ha intenzione di chiedere al gip una perizia cinematica. Bertoletti si è infatti opposto alla richiesta di archiviazione della Procura sul caso della giovane di 25 anni, studentessa di Teologia residente a Casalbellotto, uscita di casa il 30 settembre del 2001, domenica, trovata cadavere il 2 ottobre sotto il ponte delle chiaviche. Che cosa può essere caduto ad Arianna, un metro e 50 di altezza, seduta lungo il muretto, non con i piedi penzolanti, ma di lato?
La consulenza tecnica effettuata da Cristina Cattaneo, medico legale incaricato dalla Procura quando il caso è stato riaperto, «ha rilevato fratture non ben repertate in precedenza. Ci sono fratture che riguardano la parte sinistra del corpo. In particolare, al cranio, alla spalla e a tutta la parte del bacino. Lussazione femore. Ciò fa propendere per una caduta dall’alto. La conclusione è stata: sappiamo che è caduta, ma non sappiamo per quale causa sia caduta. E, aggiunge il pm, non abbiamo elementi per poter ritenere che sia caduta per opera di terzi. Questa è la motivazione della richiesta di archiviazione». Ma «ci sono ancora molti dubbi. Abbiamo pensato: ‘Se oramai abbiamo la certezza che Arianna sia caduta dalla chiusa ed è caduta in un certo modo, dal lato sinistro, è caduta con una spinta da parte di qualcuno o perché ha perso l’equilibrio?’ A propendere per la spinta sono l’impronta sul pantalone e l’ecchimosi che si trova proprio dove c’è l’impronta all'epoca refertata».
All’epoca, chi ha indagato, rilevò delle macchie di sangue lungo il muro del ponte della chiavica, fin sotto il cunicolo. In fondo fu trovato il corpo di Arianna. È possibile che, una volta caduta, con tutte quelle fratture, Arianna abbia avuto la forza di rialzarsi e di muoversi? «È una domanda che porrei alla dottoressa Cattaneo», dice l’avvocato Bertoletti. Le macchie di sangue. «Alcune vennero trovate nel punto di impatto, al suolo; non ci sono macchie di trascinamento. Arianna si è alzata in piedi? Come ha fatto a muoversi in fase agonizzante con tutte quelle fratture? E, poi, con una frattura così importante al cranio, una persona è ancora grado non solo di deambulare, ma anche di capire se mi sto portando nella parte più buia, anziché in quella con più luce per cercare di salvarmi, di chiedere aiuto? Arianna si è infilata nel cunicolo, si è appoggiata al muro di destra, poi a sinistra, poi a destra». Macchie di sangue vennero trovate anche sulla sua borsetta, rimasta sul muretto. «Che cosa ci fanno quelle macchie di sangue sulla borsetta?».
Quando l’indagine fu riaperta, la cerchia di amici di Arianna fu sottoposta al test salivare. «Il dottor Verzellelletti, consulente della Procura, ha escluso la compatibilità tra i Dna attenzionati rispetto ai reperti che ha trovato. Dobbiamo anche ricordare che c’era un reperto di profilo genetico misto sugli slip, una parte inconsueta. Arianna non aveva più il fidanzato da tempo. Al professor Verzelletti ho fatto una domanda: ‘Visto che lei continua a parlare di reperti molto parziali, scarsamente interpretabili, questo significa che possiamo escludere per certo che i reperti trovati appartengano a qualcuno o che la scarsa qualità non consenta di escludere che possano appartenere a qualcuno?’ La risposta? La seconda». Bertoletti si è intanto affidato alla biologa genetico-forense Elena Pilli, di Firenze (si è occupata, tra gli altri, del caso di David Rossi, l’ex manager del Monte Paschi trovato senza vita a terra, dopo un volo dalla finestra.
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