CALCIO
20 Maggio 2021 - 06:30
CREMONA - «Sì, è vero. Sono stato io». Il baby rapinatore si è seduto davanti ai poliziotti e ha confessato i quattro colpi, tre riusciti, uno fallito, messi a segno in pieno giorno in città, tra il 26 aprile e il 4 maggio, insieme al complice, minorenne anche lui. Vestiti di nero dalla testa ai piedi, cappuccio della felpa e mascherina sul volto, uno puntava un coltellino alla gola, l’altro alleggeriva la borsetta delle vittime. Ha fatto mettere a verbale le «dichiarazioni spontanee» il ragazzino di 15 anni, studente alle superiori come il suo complice, genitori nordafricani, ma lui è nato in Italia. Entrambi i baby delinquenti che in quei nove giorni hanno seminato terrore in città, risiedono in un paese della provincia.
Nei giorni scorsi, il quindicenne era stato identificato in via Stenico. Si muoveva in maniera sospetta insieme a un amico, il presunto complice. In casa, gli investigatori hanno trovato parte della refurtiva. Nell’indagine congiunta tra Carabinieri e Polizia, un particolare ha messo gli inquirenti sulla pista giusta: le scarpe indossate durante gli assalti, riconosciute dalle vittime. Primo colpo, in via Palestro, il 26 aprile. Quattro giorni dopo, il 30 aprile, i baby rapinatori erano sbucati in via Aselli.
Coltellino puntato alla gola, avevano tentato di rapinare una signora, ma lei si era messa a urlare e loro avevano mollato la presa. Per riprovarci, poco dopo, in via Ottolini. «Ti ammazzo, ti ammazzo», la minaccia alla vittima del rapinatore armato di coltellino, mentre l’altro frugava nella borsa. L’ultimo assalto il 4 maggio, in via Palio dell’Oca.
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