Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

CREMONA AL VOTO

Sicurezza, Virgilio: «Niente chiacchiere e distintivo, ma inclusione e cittadinanza»

Incontro del candidato sindaco di centrosinistra in piazza Monsignor Enrico Assi: «Il messaggio che vogliamo lanciare è che la partecipazione attiva è la migliore risposta»

Francesco Gottardi

Email:

redazione@laprovinciacr.it

29 Maggio 2024 - 21:55

Sicurezza, Virgilio: «Niente chiacchiere e distintivo, ma inclusione e cittadinanza»

CREMONA - «L’approccio da chiacchiere e distintivo non è la soluzione. Certo quando si parla di sicurezza c’è senza dubbio un tema di controllo del territorio ma c’è, allo stesso tempo, una questione di inclusione e cittadinanza attiva che, nel lungo termine, è certamente la soluzione più efficace».

Per l’incontro ‘Sicurezza e inclusione sociale’ la lista Cremona sei tu ha scelto di tornare nelle piazze, in particolare il palco dell’evento di questa sera è stato piazza Monsignor Enrico Assi, «un luogo simbolico perché al centro delle polemiche proprio sul tema della sicurezza — ha spiegato il candidato sindaco Andrea Virgilio — Gli abitanti del quartiere hanno segnalato più volte la presenza di bivacchi, ubriachezza molesta e di un generale senso di mancanza di decoro e sicurezza. E qui abbiamo scelto di incontrare la cittadinanza per confrontarci sulle soluzioni messe in campo fino ad ora ma soprattutto per presentare il nostro programma per il futuro della città. Il messaggio che vogliamo lanciare è che la partecipazione attiva è la migliore risposta: più un luogo è vissuto dai cittadini e animato dalle iniziative di residenti e associazioni, minore è la tendenza a divenire teatro di episodi di inciviltà».


Uno spirito condiviso e apprezzato anche dagli ospiti della ‘chiacchierata’ in quartiere moderata dal giornalista del quotidiano la Provincia Francesco Gottardi: oltre a Virgilio erano infatti presenti gli assessori alla sicurezza di Brescia e Bergamo, l’ex parlamentare ora candidato di Cremona sei tu Luciano Pizzetti, la presidente della cooperativa sociale Nazareth Giuseppina Biaggie il presidente della commissione sicurezza Santo Canale.


Prima di lasciare spazio alle domande del pubblico riunito in piazza hanno preso parola, per condividere criticità e soluzioni messe in campo nelle proprie città, i due ospiti arrivati dalle città vicine. Valter Muchetti, assessore bresciano alla sicurezza, si è concentrato in particolar modo sul tema delle segnalazioni: «Abbiamo lavorato di concerto con i comitati di quartiere e la cittadinanza. Il comune spesso si trova a dover offrire delle risposte in ambiti che vanno al di là delle proprie competenze, come per quanto riguarda il tema delle forze dell’ordine. In questo senso noi amministratori dobbiamo assumerci il ruolo di ‘coordinatori’ di un intervento diffuso che però parte dalla conoscenza di quanto accade e da un presidio del territorio. Per questo costruire reti di cittadinanza attiva, a partire da questo aspetto di monitoraggio, fino alle possibili risposte di inclusione che mettiamo in campo, è fondamentale».

Un ragionamento ripreso dall’omologo bergamasco Sergio Gandi: «La collaborazione con le forze dell’ordine è fondamentale ma intorno al tavolo che deve gestire fenomeni come quello delle baby gang devono sedere anche altri attori territoriali a partire dalle scuole passando per gli educatori, le associazioni, la diocesi e i comitati». E al tema della sicurezza di affianca quello della percezione dei cittadini: «Non mi piace parlare di percezione di sicurezza — afferma Pizzetti —. Se guardiamo ai dati tutti i numeri testimoniano come Cremona sia una città sicura. Ma un elemento che non possiamo ignorare è che a questi dati i cittadini non credono e questo, al di là della percezione, ha conseguenze concrete. A queste esigenze, che in una città come la nostra sono in primo luogo di decoro, di rispetto delle regole di civiltà e di prossimità delle istituzioni, dobbiamo dare una risposta. E farlo con buonsenso, non con inutili proclami, ma riconoscendo come il nucleo della questione sia educativo oltre che di inclusione sociale».


Un nodo, quello delle soluzioni, rispetto al quale il terzo settore ricopre un ruolo di rilievo: «Così come i problemi cominciano a nascere dall’intersezione tra disagio sociale, precarietà di vita e discriminazione anche la nostra risposta deve essere plurale e ramificata. Per individuare delle soluzioni serve un lavoro di rete che guardi alle motivazioni e alle condizioni dentro cui certi comportamenti maturano. Noi ci occupiamo ad esempio di accoglienza proponendo un modello diffuso e quanto meno possibile standardizzato. Per quel che riguarda ad esempio i minori non accompagnati la soluzione dell’affido è quella più indicata».

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400

Commenti all'articolo

  • bvrtpt

    30 Maggio 2024 - 11:09

    Vivo apprezzamento per la chiarezza con la quale Virgilio ha espresso la sua posizione, ora ho elementi più che sufficienti per motivare il fatto che non gli darò il mio voto. Cordialmente...

    Report

    Rispondi