L'ANALISI
CREMONA VERSO IL VOTO
23 Maggio 2024 - 21:38
Fabio Antoldi, Andrea Virgilio e Alessandro Portesani
CREMONA - Università, commercio, turismo, partecipate, sicurezza, collegamenti, rigenerazione urbana e ruolo di Cremona rispetto al territorio. Davanti a un pubblico selezionato, nell’ambiente ovattato del Polo tecnologico, Andrea Virgilio (centrosinistra) e Alessandro Portesani (centrodestra), i due candidati a sindaco invitati a confrontarsi dallo studio Nexus avvocati e commercialisti, oggi hanno esposto pacatamente le loro proposte. Che in realtà su molti temi sono sovrapponibili. Tanto che a un certo punto il moderatore dell’incontro, Fabio Antoldi, direttore del Cersi e docente alla Cattolica, non ha resistito alla battuta: «Siete anche vestiti uguali, faccio fatica a distinguervi».
Le regole: dieci domande, tre minuti a testa per rispondere scanditi da una clessidra. E poi due domande extra, più ‘cattive’. Il primo tema — «gioco in casa» - è quello dell’università: «Come consolidare lo sviluppo?» Virgilio ha rivendicato il percorso progettuale fatto dall’amministrazione insieme alla Fondazione Arvedi-Buschini: «La città deve metabolizzare questa opportunità ancorandola nel sistema produttivo, e penso all’agroalimentare». Per Portesani occorre «far diventare Cremona davvero una città universitaria adeguando servizi, sosta, trasporti in modo da renderli appetibili agli studenti». Portesani poi immagina un nuovo cluster di ricerca in ambito agroalimentare, «dove se non a Cremona?».
Sul turismo, grandemente cresciuto in questi dieci anni, Portesani ha sottolineato «la necessità di una maggiore connessione con le offerte naturalistiche, commerciali, culturali. Il Po va valorizzato meglio con bar e locali sul Lungo Po. E Cremona deve saper valorizzare anche le offerte del territorio circostante». Per Virgilio Cremona è meta di un turismo umanistico e la liuteria deve restare al centro della nostra offerta. Fondamentale è andare a consolidare il sistema museale che ha migliorato la sua qualità. Il Po è un altro valore identitario della città e va valorizzato insieme agli altri comuni, 90 quelli che aderiscono al Mab Unesco. Anche sul commercio l’obiettivo di entrambi i candidati sembra lo stesso: valorizzare il centro. Diversi i mezzi. Per Virgilio, la difficoltà dell’economia di prossimità è un trend nazionale dovuto a molti fattori. La valorizzazione del centro parte dal punto di vista dell’abitare, rigenerando spazi come nel progetto ‘Giovani in centro’ con 15 milioni di investimento.
Lo strumento individuato da Virgilio è il Distretto urbano del commercio, «alimentato da bandi regionali che stiamo facendo e a cui possiamo pensare di destinare gli oneri di urbanizzazione che valgono in media 1,5 milioni all’anno». Per Portesani occorre «restituire attrattività al centro storico, imbruttito in questi 10 anni. Il tema è renderlo appetibile come centro commerciale naturale che deve competere con i centri commerciali artificiali. Per quanto riguarda la sosta, non vogliamo eliminare la Ztl, ma rendere l’accesso più facile».
Da Antoldi poi è arrivata la richiesta di mettere a fuoco le zone della città che potrebbero avere nuova vita e con quali attori. Prioritario per Portesani è «investire sulla riqualificazione del patrimonio urbano e la via maestra è la partnership pubblico-privato». Ha poi parlato del Polo tecnologico «a cui serve maggiore collaborazione da parte del Comune che potrebbe entrare nel capitale del consorzio Crit». Poi Portesani ha parlato della Tamoil: «Occorre parlare con la proprietà e valutare la possibilità di restituzione a Cremona, dopo una bonifica». Sul comparto Polo, Virgilio ha ricordato che su questo progetto, ma anche in tutta la città, «abbiamo stralciato aree commerciali previste dal Pgt del 2013. Vedo la possibilità di sciogliere la convivenza forzata con lo stadio per quanto riguarda la viabilità, una volta conclusi i lavori di via dell’Annona». Qui poi «occorre intervenire su tutto il contesto, abbattendo l’ex mercato ortofrutticolo e creando aree verdi». Per quanto riguarda Tamoil, «c’è un interlocuzione in corso per l’installazione di fotovoltaico, ma si tratta di una zona con una destinazione a cui difficilmente l’azienda rinuncerà».
La differenza fra i due candidati è emersa sul tema strade, decoro urbano e sicurezza. Virgilio ha spiegato che il tema delle manutenzioni «va affrontato con il buonsenso, ossia tenendo contro del bilancio. Per accedere ai progetti del Pnrr abbiamo dovuto mettere cofinanziamenti importanti. Ora stiamo tornando alla normalità ed è possibile dedicare qualche risorsa in più». Sulla sicurezza, «non è un tema in mano al Comune ma allo Stato. I Comuni hanno dovuto gestire con poca collaborazione del ministro degli Interni temi di rilevanza nazionale con i minori non accompagnati». Virgilio ha quindi proposto che «la casetta del custode ai giardini di piazza Roma diventi un presidio delle forze dell’ordine». Portesani ha sottolineato: «Scelta politica, dunque, quella di non dare fondi alle manutenzioni ordinarie. Mai detto che Cremona non è sicura, ma che questa è la percezione dei cittadini. È questo è un dato. Serve più polizia locale, il cui budget è fermo da 10 anni».
Capitolo partecipate: «Basta cessioni — ha detto Portesani —, abbiamo già dato. Con A2A abbiamo perso investimenti sul territorio. Fra le partecipate strategiche c’è la Fiera che merita un assessore». Virgilio ha rivendicato il percorso di risanamento di Aem e sulla Fiera ha ricordato lo «tsunami del Covid». Identica la risposta dei due candidati sulla necessità di collegamenti: «Sì all’autostrada Cremona-Mantova, presidio sul raddoppio ferroviario per tagliare i tempi e alleviare i disagi». Virgilio ha aggiunto anche la richiesta di «chiarezza sul terzo ponte, che serve come serve la Gronda Nord». Sul ruolo di Cremona, Portesani ha ribadito la proposta di un’area omogenea com quella di Crema, mentre Virgilio ha sottolineato che il capoluogo deve esercitare un ruolo di leadership.
Infine le domande ‘cattive’: Virgilio in politica da 20 anni, è un ‘usato sicuro’. E quanta continuità e quanta novità può offrire? «Se possiamo individuare nuovi obiettivi è perché siamo arrivati qui. E grazie alla mia esperienza posso guardare dentro la macchina amministrativa e vedere quello che c’è da mettere a punto». A Portesani, a lungo presidente di Meraki da cui si è dimesso per le elezioni, la domanda è stata: Il Comune è il principale cliente dei servizi della coop, con le dimissioni sono tagliati tutti i legami? «Grazie per la domanda ‘spinosa’ che mi permette di fare chiarezza. Mi sono dimesso prima ancora di essere candidato, la mia è stata una scelta radicale. Non c’è alcun conflitto di interessi, né reale, né ipotetico».
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