L'ANALISI
18 Maggio 2023 - 05:20
CREMONA - Cremona è la provincia lombarda più esposta al pericolo di alluvione: le persone che vivono in aree a medio rischio sono 53mila, vale a dire poco meno del 15% della popolazione complessiva, corrispondenti a circa 23mila nuclei familiari. E il numero si impenna se si considera il livello più basso di possibilità di allagamento: ben 103mila persone, cioè quasi un residente su tre. Sono, invece, 19mila i cremonesi (il 5,3% del totale) che vivono nei territori dove è più alta la probabilità di eventi alluvionali. I dati, rilevati e raccolti dall’Ispra, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, nelle pagine dell’ultimo Rapporto sul dissesto idrogeologico restituiscono la misura della minaccia di inondazione nel distretto del fiume Po.
Impressionante è il computo degli edifici che sorgono in aree allagabili del territorio provinciale: oltre 25.500 in tutto, di cui poco meno di 12mila in zone a medio rischio. Nella sua analisi, l’Ispra stila anche il registro delle imprese che corrono il pericolo di essere investite da un’ondata di piena: più di 7.600, praticamente una su quattro. Nel Rapporto è presente anche un capitolo dedicato ai beni culturali esposti all’eventualità di alluvioni: 253, che corrispondono a un terzo dell’intero patrimonio provinciale di interesse storico e artistico.
Secondo gli indicatori presi in considerazione dagli specialisti di Ispra, Cremona è in 23^ posizione nella classifica delle province italiane per livello di pericolosità idraulica. La superficie allagabile è di 641,5 chilometri quadrati, cioè il 36% dell’estensione complessiva, di cui 174 chilometri quadrati situati in zone ad elevato tasso di pericolosità.
In Italia il 3,5% della popolazione nazionale risiede in aree ad alto rischio di finire sott’acqua, per un totale di quasi 2 milioni e mezzo di persone; in caso di scenario di bassa probabilità sono più di 12 milioni gli abitanti coinvolti. Il 5,4% del territorio nazionale ricade in aree a pericolosità elevata per una superficie potenzialmente allagabile di 16.200 chilometri quadrati.
Il Rapporto sul rischio idrogeologico rappresenta uno strumento prezioso per una pianificazione territoriale integrata che, alle tradizionali azioni strutturali, affianchi misure quali delocalizzazioni, manutenzione del territorio e delle opere di difesa, pratiche sostenibili di uso del suolo, formazione, informazione e preparazione delle autorità e della popolazione anche attraverso efficaci strumenti di comunicazione e diffusione di dati. Utili anche e soprattutto nelle terre d’acqua cremonesi, dove il reticolo idrografico che si estende attorno all’asse del Grande Fiume, richiede un’attenta valutazione e gestione del rischio.
Per contrastare il dissesto idrogeologico, di recente Regione Lombardia ha destinato alla provincia di Cremona risorse importanti: i Comuni beneficiari sono Cremona, Gerre de’ Caprioli, Stagno Lombardo (250mila euro per la sistemazione idraulica di alcuni colatori), Crotta d’Adda (200mila euro per interventi di difesa idraulica sull’Adda) e San Daniele Po (1 milione per l’ammodernamento dell’impianto onnivoro, lungo il corso del colatore Pozzolo).
Mentre la Romagna è in ginocchio per le esondazioni di fiumi e torrenti, il livello del fiume Po è invece tornato a scendere toccando ieri quota -5,98 metri. Il vecchio Eridano ha perso dunque una sessantina di centimetri rispetto all’altro ieri e infatti a Isola Serafini di Monticelli sono tornati gli spiaggioni, mentre le paratoie aperte sono state solo due. La portata resta comunque buona e garantisce il funzionamento dell’impianto idroelettrico.
Sceso leggermente anche il livello del fiume Adda a Pizzighettone, all’altezza del ponte Trento Trieste, dove secondo la centralina di Arpa Lombardia ieri la quota era -26 centimetri.
Un calo ancora più evidente si attesta sul Serio a Crema, dove si è passati dal livello -0,36 metri del 14 maggio al -0,86 registrato ieri.
Infine l’Oglio a Ostiano, che ieri pomeriggio era a quota -0,69 dopo che nella mattinata del 15 maggio aveva toccato il -0,15. Insomma, l’effetto della pioggia sta già scemando, ma nei prossimi giorni sono previste altre precipitazioni.
Intanto il periodico Osservatorio sulla crisi idrica convocato dall’Autorità distrettuale del fiume Po, inizialmente fissato per ieri, è stato posticipato a giovedì prossimo. Rinviato (a luglio) anche l’appuntamento del weekend organizzato proprio dall’AdbPo a Parma in occasione delle Giornate dell’acqua.
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