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ALLARME SICCITA'. TAVOLO TECNICO

Crisi idrica: la Lombardia è a secco

Deficit ai massimi storici: mancano 2 miliardi di metri cubi rispetto alla media del periodo. Fontana e Sertori: «Scenario complicato». Beduschi: «Stagione irrigua posticipata». Crotti: «Soluzioni ora»

Andrea Niccolò Arco

Email:

andreaarco23@gmail.com

31 Marzo 2023 - 05:30

Crisi idrica: la Lombardia è a secco

CREMONA - La Lombardia, nella sua storia, non è mai stata così a secco. Questo, in sostanza, quanto si è certificato al tavolo tecnico di ieri sulla crisi idrica tenuto a Palazzo Pirelli, dove il governatore Attilio Fontana, l’ assessore con delega all’Utilizzo della risorsa idrica, Massimo Sertori, l’assessore all’Agricoltura e Sovranità alimentare, Alessandro Beduschi e l’assessore all’Ambiente e Clima, Giorgio Maione hanno incontrato le associazioni di categoria, con Confagricoltura in testa.

Il deficit di acqua a livello regionale è ai massimi storici: rispetto alle riserve idriche medie del periodo, che storicamente sono intorno ai 3,4 miliardi di metri cubi di acqua, oggi sono disponibili per la Lombardia 1,4 miliardi. Mancano quindi all’appello 2 miliardi di metri cubi. Sono numeri da emergenza mai vista.

Fontana non ha indorato la pillola: «La situazione rimane difficile. Come Regione Lombardia, fin da dicembre, abbiamo puntato su azioni mirate alla cautela e al risparmio delle risorse idriche. L’assenza di precipitazioni – ha spiegato il presidente lombardo – continua a non aiutarci. Un piccolo segnale positivo giunge dall’essere riusciti, quantomeno, a fermare la discesa dell’altezza dei laghi, con un piccolo recupero, nell’ultimo mese, di circa 80 milioni di metri cubi di invaso».

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Sertori gli fa eco. Se l’aiuto non arriverà dal cielo, e stavolta in senso letterale, bisognerà agire con ancora maggiore fermezza: «Se non ci saranno precipitazioni nella tarda primavera – ha chiarito il titolare della gestione idrica regionale – sarà inevitabile procedere come nello scorso anno ad una gestione emergenziale, con una stagione irrigua posticipata».

Non solo speranze e toppe, ovviamente. C’è un piano: «Per affrontare la stagione irrigua che si prospetta problematica – fa sapere Sertori – ci sono poi una serie di interventi a medio lungo termine che risultano fondamentali. Tra questi alcuni già in itinere, come il cantiere paratie del lungolago di Como e le opere di bypass lago di Idro. Tutti gli investimenti andranno portati avanti in sinergia con il Governo. Da ultimo, bisognerà avviare una serie di interventi e aiuti al comparto dell’agricoltura, sia per i sistemi irrigui, che per le tipologie di cultura».

Beduschi punta sulla collaborazione con gli agricoltori, prime vittime della crisi e primi attori in grado di traghettare la Lombardia fuori dall’emergenza.

«La decisione di posticipare l’avvio della stagione irrigua è stata presa con l’intento di risparmiare acqua e razionalizzarne l’uso in vista delle prossime decisive settimane – puntualizza –. Preso atto della situazione, si è scelto di agire con la massima razionalità e con la trasparenza data dal confronto continuo con le organizzazioni agricole, che hanno condiviso in questi giorni la strategia regionale».

L’assessore all’Agricoltura condivide con le sigle confederali la necessità di un progetto ad ampio spettro e lungimirante: «Accanto a questi provvedimenti – ha infatti aggiunto Beduschi – si deve però affiancare la pianificazione per il domani, fatta di investimenti per razionalizzare l’uso dell’acqua in tutti gli ambiti e per favorire soluzioni innovative per la bacinizzazione, l’infrastrutturazione e per la progressiva introduzione di tecniche innovative per l’utilizzo nei campi, sostenendo in questa transizione le nostre aziende agricole».

Anche l’assessore all’Ambiente e Clima, Maione, è intervenuto: «Sono molteplici le linee d’azione da porre in essere. Adesso, come giusto che sia – ha puntualizzato nel corso della tavola rotonda – dobbiamo concentrarci sull’emergenza. Poi, ci attiveremo sulla pianificazione per arginare questa problematica che riguarda non solo la Lombardia, ma molte altre zone d’Italia. Dobbiamo puntare anche su comportamenti culturali e sull’educazione delle persone, oltre che su progetti infrastrutturali. Il mio assessorato sarà in prima linea su questo fronte, mettendo in campo le proprie competenze».

IL PRESIDENTE CROTTI

Primi passi verso una soluzione concreta e un progetto a lungo termine su cui creare l’intesa. Confagricoltura trova sintonia a Milano e lancia il monito. Il presidente regionale di categoria e numero uno della Libera Associazione Agricoltori Cremonesi, Riccardo Crotti: «Tre adesso le priorità. Rinvio della stagione irrigua, riduzione al massimo per il Deflusso minimo vitale e subito un piano per bacinizzazione del Po e invasi dei rami secondari».

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L'assessore Beduschi e il presidente Crotti


Plauso del vicepresidente della Libera, Amedeo Ardigò per la nuova figura di coordinamento: «Importante l’introduzione di un Commissario straordinario nella partita regionale. Il coordinamento dei tre assessorati – precisa – è fondamentale perché lo sblocco delle opere è spesso assoggettato alla tutela dei parchi e questo permette di velocizzare le operazioni evitando impasse burocratici».

Un tavolo non «di cortesia». Il dialogo tra Regione e associazioni di categoria è stato fattivo e concreto. Ma, fissate, le vere sfide cominciano adesso. «Il rinvio della stagione irrigua a maggio – spiega Crotti – è stata una delle posizioni condivise unanimemente. Il tutto, chiaramente, tenendo conto che questa garanzia è soggetta alle variabili meteorologiche, dipendendo da quanto e se pioverà».

Servono, insomma, assicurazioni solide anche su altri fronti. E il Dmv, battaglia storica, è uno di questi: «Non solo il Deflusso minimo vitale dev’essere, in questo momento storico, letteralmente ridotto al minimo ma – prosegue il presidente di Confagricoltura Lombardia – anche ben strutturato. Si tratta di una necessità inderogabile, stante la situazione generale che ci pone di fronte a uno scenario peggiore di quello dell’anno passato».

Le richieste della filiera sono chiare e nette: «La bacinizzazione del Po e la costruzione degli invasi nei secondari è oggi più che mai indispensabile. Dobbiamo fare in modo – precisa poi Crotti – che l’acqua circoli nel nostro territorio alzando la falda freatica per permetterci, quando serve, l’accesso alla risorsa idrica dai fontanili, una ricchezza da sfruttare».

La siccità è il nemico immediato, l’accesso alle risorse naturali l’obiettivo più urgente. Ma non può mancare la visione a lungo termine, per un futuro che nasconde insidie ancora maggiori. «Abbiamo sollevato anche il tema della produzione alimentare – chiosa Crotti –. Nello specifico, è necessario produrre sempre più cibo per i nostri animali che, a loro volta, producono cibo per noi. Questo perché le proiezioni parlano chiaro: saremo, nel 2050, dieci miliardi di abitanti in questo pianeta. Soddisfare questo fabbisogno significa aumentare la nostra capacità produttiva del 70%. Si tratta di una delle sfide più impegnative e importanti e non possiamo più attendere».

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