L'ANALISI
23 Marzo 2023 - 05:00
CREMONA - Anche l’acqua apparentemente cristallina può nascondere sostanze inquinanti pericolose, come i Pfas (sostanze perfluoro alchiliche) che possono restare in ambiente anche per millenni. La ricerca europea ‘Forever pollution project’, guidata dal quotidiano francese Le Monde e portata avanti con 17 partners, ha cercato di far luce proprio su queste sostanze provenienti soprattutto da detersivi, impermeabilizzanti per tessuti, pelli, vernici, rivestimenti per contenitori di alimenti. In provincia di Cremona sono stati individuati 11 punti di contaminazione, dove cioè i livelli di Pfas nel corso di passate rilevazioni hanno superato la norma.
Una delle zone segnalate si trova proprio in città, lungo il fiume Po all’altezza del vecchio ponte in ferro. Lì, stando alla mappa interattiva pubblicata su lemonde.fr e frutto dei campionamenti dei vari enti ambientali europei (in questo caso Arpa Lombardia) sarebbe stato accertato un livello di Pfas pari a 58,8 microgrammi per litro. Dato che colloca quel tratto fluviale nel primo livello di contaminazione, vale a dire quello più basso che va da 10 a 100 microgrammi. Situazione decisamente peggiore lungo il fiume Adda, dove un primo punto di contaminazione è a Crotta (297,2 ng/l) e altri due sono a Pizzighettone (35 ng/l all’altezza di Gera e 120 ng/l oltre il ponte Trento Trieste).
Sulla mappa è segnata anche una lieve contaminazione (datata 2021) a Castelnuovo nel Lodigiano, all’altezza della confluenza dell’Adda in Po: 13 ng/l. A Gombito vengono invece rilevate tracce di contaminazione da Pfas nelle acque sotterranee (25 ng/l). La mappa dinamica rivela poi altre presenze lungo il Serio: a Montodine (69 ng/l) e a Sergnano (51 ng/l). A Moscazzano presso il colatore Videscola il livello è pari a 55 microgrammi, a Crema presso il canale Cresmiero è a 72, a Casaletto Ceredano sul canale Melesa è a quota 134.
I dati risalgono ad indagini effettuate dal 2018 al 2021, su 54 stazioni Arpa alla ricerca delle 12 principali tipologie di Pfas. L’inchiesta francese, però, individua anche punti di presunto inquinamento: vengono ipotizzati essenzialmente sulla base della presenza di attività industriali passate o presenti che possono avere comportato rilascio di Pfas. Complessivamente, a livello europeo sono stati accertati 17mila siti di contaminazioni accertate avvenute fra il 2013 e il 2023, oltre a 21mila siti presunti.
Ma quali sono i rischi per la salute? Trattandosi di sostanze chimiche artificiali, quasi indistruttibili e ampiamente utilizzate in vari ambiti, potrebbero comportare danni a fegato, tiroide, così come problemi di fertilità. L’esposizione può essere indiretta, ad esempio tramite animali che si sono nutriti su terreni contaminati, ma anche diretta attraverso polvere di prodotti di consumo che contengono Pfas. Nonostante una proposta presentata a febbraio di quest’anno dall’Agenzia europea per le sostanze chimiche, ad oggi le emissioni di queste sostanze non sono ancora regolamentate dall’Unione europea. Anche perché la loro individuazione e ricerca è abbastanza recente. Un rapporto dettagliato sulla situazione in Lombardia è stato pubblicato a fine 2019 da Arpa.
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