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L'EMERGENZA IDRICA

Siccità, Osservatorio Anbi: "Pioggia al Nord, ma il Po è in agonia"

Gli esperti parlano della necessità di 50 giorni consecutivi di pioggia: necessità di realizzare infrastrutture capaci di trattenere le acque di pioggia

Daniele Duchi

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redazione@laprovinciacr.it

30 Marzo 2023 - 14:09

Siccità, Osservatorio Anbi: "Pioggia al Nord, ma il Po è in agonia"

CREMONA - Nelle ore in cui in Lombardia è in corso il tavolo regionale sulla siccità per far fronte alla crescente scarsità di risorse idriche, al Nord arriva un po' di pioggia, ma la situazione non migliora. La perdurante siccità non molla infatti la presa sulla Pianura Padana, come evidenzia il settimanale report dell’Osservatorio Anbi sulle Risorse Idriche, che segnala come complessivamente la disponibilità d’acqua negli alvei dei fiumi della regione, pur essendo di molto inferiore alla media del periodo, è però di gran lunga superiore all’anno scorso. Prosegue inesorabile, da oltre un anno, l’agonia del fiume Po, che riduce le portate lungo tutta l’asta e, al rilevamento di Pontelagoscuro, è già vicino alla soglia minima (450 metri cubi al secondo) in grado di contrastare la risalita del cuneo salino.

La situazione idrologica dell’Italia non è sostanzialmente cambiata, nonostante le perturbazioni, che si sono registrate lungo la Penisola, arrecando un po' di pioggia (e grandine) nelle regioni centrali, nel Nord-Est e localmente anche al Sud, nonché una spolverata (effimera) di neve sulle Alpi. "Si conferma l’impossibilità di autonomo riequilibrio del sistema idrico. Gli esperti parlano della necessità di 50 giorni consecutivi di pioggia, evenienza certo da non augurarsi per un territorio idrogeologicamente fragile come quello italiano - precisa Francesco Vincenzi, presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue -. Per questo, è evidente la necessità di realizzare infrastrutture capaci di trattenere le acque di pioggia, quando arrivano, creando riserve e rimpinguando contestualmente le falde".

"Il Piano laghetti risponde a questa esigenza, ma anche ad altri primari interessi come quelli della produzione di energia rinnovabile, della tutela dell’ambiente, del benessere delle comunità locali - aggiunge Massimo Gargano, direttore generale di Anbi -. Auspichiamo che il 'Decreto Acqua', più volte annunciato, preveda le risorse necessarie ad avviare interventi, di cui l’emergenza idrica richiama l’urgenza". Fra i grandi laghi prosegue la crisi del bacino di Garda, costretto ad essere sacrificato per mantenere la sopravvivenza dell’ecosistema a valle (nonostante le portate di deflusso ridotte al minimo, c'è un saldo negativo di oltre 5 metri cubi al secondo) e che continua a registrare livelli dimezzati rispetto alla media, permanendo vicino al minimo storico; il resto dei grandi invasi settentrionali guadagna una manciata di centimetri d’acqua: il Maggiore è al 45,4% di riempimento, il Lario al 23,5% (unico ad essere tornato vicino alla media del periodo), il Sebino al 21,4%.

In Lombardia, dopo mesi di inarrestabili segni negativi, c'è un timida inversione di tendenza, che non muta però la situazione complessiva: la neve, nonostante un incremento del 10% rispetto a 7 giorni prima, è il 35% di quanta ve ne dovrebbe essere ed il deficit complessivo della riserva idrica è pari al 56,5% sulla media; stessa contingenza per il fiume Adda che, nonostante il primo incremento dopo mesi di calo costante, è di mc/s 8 inferiore a quella del 2022. Molto bassi ed inferiori all’anno scorso sono anche i livelli dei fiumi Mincio ed Oglio.

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