L'ANALISI
19 Marzo 2023 - 05:30
Sono tante piccole tribù sparse qua e là per la città, hanno il sogno di diventare comunità coesa nei luoghi in cui passano gran parte della loro giornata e dove stanno costruendosi un futuro. Sono gli studenti universitari iscritti alle sei sedi cremonesi di atenei. Complessivamente, dicono le statistiche, un popolo che ora conta 2.323 iscritti, 1.517 dei quali sono fuori sede, cioè provengono da altre province, 182 gli stranieri, alcuni extraeuropei in arrivo da Cina, India, Corea del Sud, Perù.
Una tonificante iniezione di esperienza multiculturale che non può che fare bene alla città. È una comunità destinata a crescere ulteriormente quando sarà operativa la nuova sede del Politecnico di Milano nell’ex Caserma Manfredini grazie al recupero finanziato dalla Fondazione Arvedi Buschini, che fa seguito a un analogo impegno per la realizzazione del campus dell’Università Cattolica del Sacro Cuore in Santa Monica.
Si ipotizza che la popolazione studentesca universitaria crescerà fino a quattromila unità. La loro presenza contribuisce a sprovincializzare la città importando nuove sensibilità e visioni diverse, capaci di ravvivare la qualche volta troppo sonnolenta nostra vita quotidiana e portando, fattore non secondario, risorse economiche che fanno crescere il Pil cittadino e provinciale. Insomma, sono un potenziale fattore di sviluppo intellettuale (importantissimo) ed economico (altrettanto significativo). Quattromila studenti universitari per una città da 70mila abitanti: un rapporto che si può definire ideale per una convivenza rispettosa delle reciproche esigenze. Ora tocca a Cremona e ai cremonesi decidere se questa presenza è un’occasione o un problema.
Segnali positivi in questo senso, va riconosciuto, si stanno registrando. Un piccolo esempio. Nonostante le immancabili resistenze di alcuni residenti, si assiste al progressivo superamento dell’allergia ai locali per giovani di una città che vuole andare a letto presto. Ma non basta.
Per diventare definitivamente attrattiva come città universitaria, Cremona deve puntare al miglioramento complessivo delle condizioni generali di vita quotidiana dei ragazzi, i cui problemi sono quelli di sempre: caro vita, alloggi, trasporti, luoghi di socializzazione e per attività culturali aperte anche alla città, luoghi di studio.
Serve il contributo di tutti: enti e istituzioni locali, categorie economiche, cittadini. In questo senso è davvero da sottolineare con favore l’incontro ‘Cremona città universitaria, servizi e opportunità a misura di studente’ che ha visto allo stesso tavolo i principali protagonisti della partita. Amministrazione locale, responsabili delle università cittadine e studenti. L’occasione è stata fornita dalla presentazione della nuova piattaforma Cr_U su www.cremonauniversity.it, dedicata proprio a questo mondo e contenente informazioni che vanno dalla disponibilità di alloggi ai servizi per chi vive quotidianamente gli atenei.
Al tavolo i rappresentanti degli studenti hanno presentato le loro richieste pratiche, ma sono andati oltre: chiedono il diritto di cittadinanza piena e offrono competenze alla città. Per dirla con parole loro: «Vorremmo partecipare attivamente alla vita culturale con iniziative per i cremonesi». Immaginiamo, per esempio, una sala pubblica in cui gli studenti del Conservatorio possano esercitarsi: loro avrebbero un pubblico, i cremonesi momenti di arricchimento culturale. Situazioni così potrebbero essere molte.
L’ecosistema cittadino potrebbe avvantaggiarsene con reciproca soddisfazione. I ragazzi non chiedono la luna e, anzi, riconoscono la bellezza di vivere in una città a misura d’uomo. Invocano spazi dove potersi incontrare, poter studiare anche durante i fine settimana per ovviare alla chiusura delle sedi universitarie.
È emersa l’ipotesi che potrebbero essere addirittura auto gestiti; sollecitano convenzioni per rendere meno onerosa la vita da fuori sede, partendo dal caro affitti che resta comunque un problema; propongono scambi interuniversitari per fare in modo che studenti di diversi atenei possano conoscersi ed eventualmente lavorare insieme su progettualità comuni, con particolare attenzione agli stranieri; sperano di poter disporre di spazi e impianti in cui praticare sport, come accade praticamente in tutte le università. A questo proposito sarebbe perfetto un coinvolgimento delle società canottieri, con le quali andrebbe trovata un’intesa per mettere a disposizione degli studenti strutture sportive e spazi per lo studio.
Vuoi mettere il bello di ripassare una lezione di analisi matematica in un luogo così? Un messaggio che il nostro Nicola Arrigoni ha efficacemente riassunto così: «Costruiamo insieme una città che sia universitaria non solo nell’offerta accademica, ma anche nelle opportunità che la vita da studente universitario può offrire in termini di vita sociale e relazioni». Una buona prassi di confronto è stata inaugurata con l’incontro di venerdì a palazzo comunale, ora si tratta di farla diventare momento di confronto quotidiano.
Una chiara sollecitazione, in questo senso, è arrivata dalla Fondazione Arvedi Buschini: la proposta è quella di dare vita ad un gruppo di lavoro permanente per garantire risposte concrete agli studenti, soprattutto se fuori sede, proponendo un coinvolgimento reale degli stessi ragazzi attraverso un questionario finalizzato a mettere in luce bisogni e aspettative. Un tavolo al quale invitare anche le categorie economiche, che possono avere un ruolo più attivo in questo processo.
Cremona ha la possibilità di diventare davvero città universitaria: i contenuti accademici ci sono e sono strettamente connessi alla vocazione economica del territorio, cioè agroalimentare, musica, salute e innovazione digitale, come ha sottolineato anche l’assessore all’Istruzione, Maura Ruggeri, i contenitori anche (con il nuovo Politecnico si completerà il quadro di strutture all’avanguardia).
Ora si tratta di fare davvero sentire «dentro» la città gli studenti. Magari aprendo un po’ di più ai cremonesi i luoghi del sapere universitario, autentici gioielli architettonici e luoghi della storia della città.
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