Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

IL PUNTO

Non tutto è perduto, Machiavelli insegna

La politica cremonese ancora una volta è rimasta fuori dalla stanza dei bottoni di Palazzo Lombardia. Vedremo se ci sarà miglior fortuna con le, pur importanti, presidenze delle commissioni

Paolo Gualandris

Email:

pgualandris@laprovinciacr.it

12 Marzo 2023 - 05:30

Non tutto è perduto, Machiavelli insegna

Consoliamoci riflettendo sulla lezione di Niccolò Machiavelli. Nel suo più celebre trattato, ‘Il Principe’, ricorda che in politica vige il principio filosofico del realismo: si deve partire dalla realtà dei fatti e non dall’utopia della situazione ideale. Così facendo, si può interiorizzare il fatto che non c’è alcun assessore ‘nostro’ - e neppure un sottosegretario - nella giunta annunciata venerdì dal governatore Attilio Fontana.

La politica cremonese, dunque, ancora una volta è rimasta fuori dalla stanza dei bottoni di Palazzo Lombardia. Vedremo se ci sarà miglior fortuna con le, pur importanti, presidenze delle commissioni.

Nelle scorse settimane sia i partiti locali che il mondo delle imprese avevano invocato a gran voce un ‘premio’ al territorio, ma - in fondo in fondo - per davvero non ci credeva nessuno che l’aspirazione avrebbe trovato concreta attuazione.

Per tre semplici motivi. Anzitutto lo scarso peso elettorale della provincia di Cremona (351 mila abitanti) rispetto alla Lombardia (poco meno di dieci milioni). C’è poi che i due consiglieri eletti di centrodestra, Filippo Bongiovanni della Lega e Marcello Ventura di Fratelli d’Italia sono esordienti e quindi devono fare un po’ di ‘scuola’ prima di pensare più in grande. Infine, ma non ultimo, a differenza di altre province, quella di Cremona non esprime una figura politicamente carismatica in grado di mettere d’accordo tutti. Ma nulla è perduto. Sempre restando a Machiavelli e alla sua lezione di realismo, dimentichiamo l’aspirazione alla perfezione e puntiamo sull’effettiva realizzabilità del fare.

I dossier più importanti per il futuro del territorio sono rimasti nella mani di assessori che con Cremona e i cremonesi hanno mantenuto negli scorsi cinque anni rapporti che forse è eccessivo definire privilegiati, ma di certo sono stati costanti e produttivi.

Pensiamo, per esempio, a Guido Guidesi, confermato allo Sviluppo economico, un lodigiano di casa nelle associazioni datoriali cremonesi. Oppure alla bergamasca Claudia Maria Terzi, di nuovo alla guida dell’assessorato a Infrastrutture e opere pubbliche, molto attiva sul fronte del raddoppio della Paullese, fautrice dell’autostrada Cremona-Mantova, alla quale si chiede ora anche di mettere seriamente mano all’efficientamento del disastrato servizio ferroviario. Con loro certo non si riparte da zero, ma si deve solo riannodare il filo di un discorso portato avanti negli anni e temporaneamente interrotto dalla, peraltro non lunga, campagna elettorale e dal mese necessario ai partiti di maggioranza per trovare la quadra sulla composizione del governo regionale.

All’Agricoltura, comparto strategico per l’economia provinciale, approda un politico, il mantovano Alessandro Beduschi di Fratelli d’Italia, in continuità con il governo nazionale (il ministro di riferimento Francesco Lollobrigida), al quale sono già arrivate le sollecitazioni del settore primario che necessita di un confronto su temi di vitale importanza, a partire da quello della siccità.

Per rivendicare il proprio peso, ora la provincia di Cremona, in tutte le sue componenti ha una sola via da percorrere: parlare con una sola voce e fare lobbying territoriale. E in prima linea, pur nelle differenze di schieramento, stanno naturalmente i tre consiglieri eletti. L’esperienza del passato insegna che sui grandi temi di interesse del territorio intese efficaci si possono trovare.

Apprezzabili dunque le dichiarazioni di Bongiovanni, Ventura da centrodestra e di Matteo Piloni dalla sponda opposta «a collaborare nell’interesse del territorio e dei nostri cittadini». La voce cremonese in consiglio regionale sono loro. Non mancano di personalità per farla sentire. Perché, per chiudere ancora il ragionamento rifacendoci a Machiavelli, «dove c’è una grande volontà non possono esserci grandi difficoltà».

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400