L'ANALISI
28 Novembre 2022 - 05:30
AGNADELLO - C’è qualcuno che si aggira nelle campagna a cavallo tra Monzese ed Alto Cremasco, decapitando vacche e portandosi via le teste. Sceglie gli allevamenti più isolati, agisce nelle notti di nebbia e si lascia alle spalle solo una scia di sangue.
Se l’ultimo episodio, quello registrato venerdì all’allevamento Locatelli di Agnadello, non può essere associato con certezza ai precedenti, vuoi perché lo sgozzamento non è stato completo, vuoi perché il veterinario dell’Ats, analizzando la carcassa l’indomani, ha riscontrato ferite compatibili con i morsi di altri animali; azzannamenti che, comunque, potrebbero essere anche successivi alla morte.
Non ci sono invece dubbi sugli altri due casi al di qua del confine dell’Adda, che hanno avuto per teatro aziende agricole di Rivolta fra la fine ottobre e la metà di novembre. Fatti sui quali indagano i carabinieri del comando provinciale di Cremona, in stretta collaborazione coi colleghi brianzoli. Un’inchiesta in tandem, insomma, le cui motivazioni vanno al di là della pura, seppur singolare, somiglianza di quanto accaduto nelle due province. Ma che nasce da una circostanza, inequivocabile, nel legare gli accadimenti brianzoli a quelli cremaschi: ossia il ritrovamento, lungo una sentiero di campagna di Carnate d’Adda, della testa di un bovino avvolta in un sacco di plastica.
Era il pomeriggio del giorno dei Santi e la targhetta d’identificazione dell’animale dimostrò, ben presto, come si trattasse dei resti della vacca decapitata la sera prima in un allevamento all’estrema periferia di Rivolta.
I carabinieri della Compagnia di Crema, avvertiti dai proprietari dell’azienda zootecnica all’alba, sulle prime avevano anche ipotizzato un macabro rituale per celebrare Halloween da parte di qualche sconsiderato.
Ma tre settimane più tardi, con la festa di streghe e simili ormai archiviata, un altro animale venne martoriato e sempre in un allevamento di Rivolta. La notte fra il 20 e il 21 novembre, infatti, qualcuno prese di mira la carcassa di una vacca morta per cause naturali e che, come vogliono le diposizioni sanitarie, era stata allontanata dagli altri capi.
La mattina venne trovata con le mammelle e le orecchie mozzate. Nel frattempo, da Monza giungevano le segnalazioni di altri bovini dilaniati, che hanno rafforzato il sospetto di un’unica mano dietro agli scempi. Gli investigatori escludono decisamente la pista dell’intimidazione e quella dei riti esoterici. Resta quindi l’ipotesi del gesto di un sadico, che ricava piacere dalla violenza sugli animali.
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