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CREMA. WELFARE

Servizi domiciliari: stangata solo su chi può

Tutele ai più fragili. Incrementi fino al 52% per le tariffe dell’assistenza, prevedendo però sgravi per i redditi minimi

Stefano Sagrestano

Email:

stefano.sagrestano@gmail.com

27 Febbraio 2025 - 05:20

Servizi domiciliari: stangata solo su chi può

CREMA -  In arrivo aumenti sino al 52% delle tariffe a carico delle persone fragili che abbiano disponibilità economiche e necessitino del servizio di assistenza domiciliare. Ovvero un aiuto, che può essere quotidiano o con diversa cadenza settimanale, nello svolgere una serie di attività domestiche: dall’igiene personale, alle faccende di casa, sino a prestazioni di tipo sociosanitario, senza dover impegnare i familiari a tempo pieno.

Grazie all’assistente domiciliare, la persona in difficoltà può rimanere a casa propria, senza quindi dover essere ricoverata in strutture sanitarie. Lo stabilisce il nuovo regolamento per i Servizi sociali dell’Ambito cremasco, che viene applicato da quest’anno in tutti gli enti locali del distretto sociosanitario ed è stato approvato anche dal Comune capofila. La tariffa oraria minima è passata da 1,79 euro a 2,19 euro, con un incremento di 40 centesimi. Quella intermedia è salita di 94 centesimi, da 4,10 a 5,04 euro. La massima ha subito un aumento del 52%, passando da 17 a 26 euro. Si tratta di costi a carico degli utenti, che vanno ovviamente in base alle fasce di reddito.

assessore

«Non chiediamo assolutamente nulla a persone che hanno un Isee pari a 0 euro — ha evidenziato l’assessora al Welfare Anastasie Musumary, che ha illustrato le novità del regolamento in aula degli Ostaggi, nel corso della serata di lunedì —: questo documento era stato introdotto nel 2016 nell’Ambito per una gestione omogenea del comparto da parte di tutti i Comuni».

Comprende i servizi distrettuali residenziali per persone anziane, con disabilità, l’assistenza domiciliare e quella minori. I servizi comunali sono il nido, il pasto a domicilio, la scuola materna e i patti generattivi. Il principale motivo che ha portato ad adeguare le tariffe a carico degli utenti è stato il rinnovo del contratto collettivo nazionale.

«Le cooperative sociali, con la trattativa partita nel 2024, hanno fatto presente di aver avuto a loro volta un aumento delle spese, che si è dunque dovuto recepire nel nuovo contratto. Dietro a questi servizi, infatti, ci sono gli operatori che supportano le famiglie e necessitano di un riconoscimento del loro lavoro. Come amministratori riteniamo assolutamente adeguato un incremento dei loro stipendi, proprio per questa motivazione. Per il servizio di assistenza domiciliare il cittadino versa una tariffa in base al proprio Isee». Se è pari a 0, è esente, se invece può permettersi di pagare, il Comune è legittimato a chiedere una compartecipazione. «Con la modifica del regolamento si afferma un maggior principio di equità — ha proseguito l’assessore —: con il precedente, indipendentemente dall’Isee, anche chi aveva un Isee 0 era tenuto a sostenere una minima spesa, ad esempio 4,70 euro per il servizio di accompagnamento all’autonomia. Inoltre, adesso non viene considerato reddito per le persone con disabilità l’assegno di accompagnamento e la pensione di invalidità. Inoltre, sono state inserite modifiche in merito alla tutela minori, ovvero le spese di mantenimento dei ragazzi che sono in comunità protette e vengono garantite dai Comuni. Si è stabilito che debbano partecipare a questi costi quei genitori, che hanno un reddito adeguato per supportare l’amministrazione nel sostenere le spese».

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