L'ANALISI
12 Giugno 2023 - 05:25
Luisa Borrini con la figlia
CREMONA - Il sogno di Davide Schenardi, che sta diventando realtà, è quello di creare attraverso la sua Associazione (Gli amici di Davide con Fondazione Futuramente), un’unica grande famiglia per ragazzi speciali. Il progetto si sta concretizzando in una casa immersa nel verde, a pochi chilometri da Parma e precisamente in località San Ruffino, che accoglierà ragazzi con disabilità insieme alle loro famiglie e a tutti coloro (famiglie e persone singole) che vorranno collaborare condividendo uno stile di vita comunitario. Tutto verrà fondato sulla condivisione e la solidarietà, mettendo a disposizione tempo e risorse economiche. In questa oasi di mutuo soccorso e condivisione, andranno tra pochi mesi a vivere anche la cremonese, originaria di San Giovanni in Croce, Luisa Borrini con la figlia disabile.
«Io ho vissuto per tanti anni a Parma e nel 2019 un giorno, andando a messa, ho incontrato una mia amica che mi ha presentato Anna Schenardi - spiega Luisa -. Anna era presidente di un’associazione e, parlando, mi ha raccontato di questo progetto. Lei era una mamma single che aveva adottato un ragazzo disabile, Davide. Si trattava di una casa parrocchiale con annesso rustico e nelle intenzioni di Anna, Davide e l’associazione, c’era l’idea di farne una casa per genitori con figli disabili. Poi è arrivato il Covid a bloccare tutto, ma siamo rimaste in contatto e il progetto piano piano ha preso forma. Per questo ho deciso di tornare a Parma dove andrò a vivere in questa comunità con mia figlia. Trovo che sia un progetto bellissimo e mi ha colpita subito. Pensavo sarei stata destinata a vivere da sola con mia figlia… Abbiamo sempre sofferto di solitudine e ora pensare di poter condividere le angosce, i pensieri, i problemi pratici, ma anche i momenti belli con altri che ti possono capire, mi sembra meraviglioso. Mia figlia è spastica ed è entusiasta di questo progetto. Ha accolto bene l’idea del trasferimento anche perché si è ‘innamorata’ di Davide e della sua visione. Lui è in carrozzina, non parla, ma ha questi occhi meravigliosi… Anna, sua mamma adottiva, faceva la volontaria in questa casa per bambini disagiati. Aveva tre mesi quando Davide è entrato nella sua vita la prima volta. I servizi sociali gli avevano assegnato una famiglia, ma la mamma adottiva si era ammalata e lui era finito nuovamente in un istituto. Allora Anna lo ha riportato in casa famiglia».
Ma la storia continua: «Poi, a 15 anni, lo ha accompagnato in un centro per la scrittura facilitata dove gli hanno insegnato a comunicare e ora possiamo godere della sua intelligenza e sensibilità. Un vero piccolo grande miracolo. Voleva una mamma per sé e una casa tutta per lui e voleva Anna come madre. E Anna ha scelto di prenderlo con lei. Quando è diventato maggiorenne ha espresso davanti al giudice la volontà di diventare suo figlio a tutti gli effetti e così è stato. Da lì si sono mosse tante cose ed è nata l’Associazione ‘Gli amici di Davide’ e la fondazione Futuramente che vuole costruire un futuro sereno per i disabili. Noi ora stiamo partecipando a una serie di riunioni con ragazzi universitari e non, che vengono una volta al mese agli incontri spirituali che facciamo con un frate nostro amico e in cui si sensibilizza su questo progetto. Noi genitori di ragazzi speciali, siamo ultra settantenni e vogliamo che un domani ci sia chi continui a stare accanto ai nostri ragazzi ed è per questo che nasce questa realtà dove invitiamo a vivere qualsiasi famiglia che voglia condividere con noi un percorso. Ognuno avrà il suo appartamento, poi ci saranno però anche spazi comuni come: un salone, una palestra per la fisioterapia e tanto spazio fuori. C’è un parco giochi frequentato dalle persone del paese con anche giochi per disabili e ancora, un campo da calcio dove si faranno anche feste con musica, teatro e altre cose. Tutto all’insegna dell’inclusività, come vuole il progetto».
E poi: «La Comunità San Ruffino si trova a 7 chilometri dal centro di Parma. Mi piace molto perché non è una realtà chiusa e tante persone verranno ad interagire con noi. C’è un meraviglioso giardino ‘sensoriale’ e con piante officinali, curato dai nostri ragazzi. C’è già anche una ragazza disabile sola che non lo sarà più, ma verrà affiancata da qualcuno che d’ora in poi la seguirà. L’isolamento e la solitudine sono il buio. San Ruffino, è davvero una luce per tutti noi».
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