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CREMONA, LA STORIA: IL VIDEO

Autismo, l’inclusione è ‘in discesa’. Mattia scia oltre le barriere

Grazie allo Ski Team, il 12enne ha trascorso una giornata in gruppo divertendosi sulle piste del Tonale. E' stato accolto da tutti i bambini con naturalezza, l’emozione di papà Stefano e di mamma Sonia

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

30 Marzo 2023 - 08:28

CREMONA - Domenica 19 marzo scorso, san Giuseppe, festa del papà. Ma anche la festa di Mattia, orgoglioso nella sua giacca a vento arancione. Non un piumino qualsiasi. È quello di «Cremona Ski Team». Felice, Mattia, di sciare sulle piste al Passo del Tonale con i ragazzini dello sci club nato cinque anni fa da un gruppo di amici animati dall’amore per lo sci. Ne è presidente Marcello Ventura, suo fratello Gianluca è responsabile dei pulcini. E grazie a Ski Team, lo sci diventa inclusione, nei fatti. Già, perché Mattia, 12 anni compiuti il 26 marzo scorso, è un ragazzino autistico. Non parla. Il sorriso è il suo marchio di fabbrica. Mattia sorride alle sue piccole, grandi conquiste. Non era scontato che un giorno partisse all’alba da Cremona con papà Stefano Lodigiani e mamma Sonia verso il passo del Tonale. L’incontro con Beatrice Besnati, la maestra con «patentino» per seguire gli sciatori diversamente abili, poi le due ore di sci con il gruppo del club: una ventina di ragazzini dagli 8 ai 15 anni. I suoi nuovi amici.

Mattia insieme agli altri baby sciatori sulle piste del Passo del Tonale


Un piccolo, grande miracolo quello accaduto su al Passo del Tonale, preparato per tempo, dalla scorsa estate, quando papà Stefano ne ha parlato con un amico e l’amico con Ventura. «La cosa mi è piaciuta — spiega Ventura —. Mi sono attivato con i nostri allenatori e ho scoperto che due di loro hanno un certificato per poter far sciare i ragazzi con disabilità. Si può fare». Detto, fatto. Ventura ci ha creduto sin dall’inizio e con lui tutto il consiglio di Cremona Ski Team. «Noi eravamo emozionati ancor prima di farlo, figurarsi quando l’abbiamo fatto - racconta papà Stefano —. Da genitori, la nostra emozione era alle stelle, perché era la prima occasione di inclusione dopo cinque anni dall’inizio di questo percorso». Mattia sugli sci c’era già stato, mai in gruppo: lui e il maestro. «Il pensiero di condividere i nostri stati d’animo con altre persone, con altri ragazzi, era un’esperienza nuova», racconta il padre. Su al Tonale, papà Stefano e mamma Sonia l’emozione l’hanno trattenuta. «Magari c’è stato qualche patema in più, perché se cade, se si fa male...». Mattia non cade mai sugli sci. Lui si diverte.

I giovani atleti di Cremona Ski Team non sapevano che il nuovo amico fosse autistico. «Si sono trovati un bimbo in più nel gruppo. E la cosa che più mi ha emozionato — racconta Ventura — è la naturalezza dei bambini che si sono messi in coda, Mattia mano nella mano della maestra Beatrice, tutti hanno preso lo skilift, hanno fatto qualche pista insieme», poi il gruppo dei più grandi si è sganciato. Mattia è rimasto con i più piccoli. Agli adulti, «che forse si fanno più problemi», la grande lezione di inclusione con naturalezza, l’hanno data i bambini. «Parlando poi con loro — prosegue Ventura — la cosa bella è stata la normalità». Di Mattia c’è chi ha detto «scia piano», chi «scia con calma, si guarda attorno», chi «è bravo», chi «parla poco, però sembra simpatico». Mattia era Mattia. Ma «la cosa più bella» l’ha detta la maestra Bea. «Si vede che Mattia è un bambino abituato a qualcosa, perché quando si scia tutti in gruppo, io mi fermo e i bambini si fermano in coda. Di solito, i ragazzini diversamente abili vengono vicino a me». Mattia no. «Mattia si fermava in fondo al gruppo e aspettava il proprio turno».

Stefano Lodigiani, il papà di Mattia, con Gianluca Ventura del club Cremona Ski Team

Normalità. Dopo pranzo, Mattia ha giocato con i ragazzi con una pallina. A Ventura, il figlio Lorenzo l’ha riassunta così quell’ora di salti, rimbalzi e divertimento. «In alcuni momenti, mi sembrava quasi che Mattia provasse a cantare, perché c’era la musica. Sicuramente la giornata gli è piaciuta». «Migliore risposta, mio figlio non poteva darmi». Nel suo percorso, Mattia mette mattoncino su e mattoncino. Al Passo del Tonale, «è stato messo un grande mattone, perché Mattia non aveva mai visto l’istruttore e neppure i bambini — spiega il padre —. Non era così scontato il lavoro che da anni si sta facendo». Un lavoro che i genitori fanno con sacrificio ripagato, ogni volta, dal sorriso di Mattia.

«L’ esperienza con lo Ski Team, che ringraziamo, ci riempie di gioia. Ma, parlando di inclusione in generale, c’è un neo. Al di fuori della scuola, l’inclusione nel quotidiano non è poi così scontata. Abbiamo un groppo in gola. Mattia sorride, sta con tutti, però il campanello alla nostra porta non lo suona nessuno per dire ‘Andiamo insieme a mangiare un gelato o all’oratorio’. L’iniziativa parte sempre da noi. Mi piacerebbe che l’inclusione non rimanesse una parola. C’è ancora molto da lavorare». Mattia è «diversamente felice» negli scatti al Passo del Tonale, mentre orgoglioso mostra la medaglia al collo. Vi è scritto: «Mattia uno di Noi!!!».

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