L'ANALISI
13 Febbraio 2023 - 05:15
CREMA - Podcast, cortometraggi, fotografie e riflessioni in classe. Gli studenti del Cr.Forma di via Pombioli in prima linea contro il bullismo. Un messaggio importante, lanciato nei giorni scorsi, anche alla luce di quanto accaduto in un istituto cittadino, in una quarta elementare: un bambino che ha insultato più volte un compagno di classe, tanto da spingerlo a non voler più tornare in aula, con i genitori che ora meditano di fargli cambiare scuola. C’è stata ovviamente la segnalazione al dirigente scolastico, con l’intervento del preside e naturalmente degli insegnanti per cercare di ricostruire i fatti e per aumentare la vigilanza, compreso un colloquio con i due bambini.
All’istituto professionale della Provincia, e anche alla sede di Cremona, in concomitanza con la giornata nazionale per sensibilizzare su questo fenomeno sempre più diffuso, si sono impegnati in una serie di attività e di messaggi per dire no al bullismo. «E al cyberbullismo – aggiungono dalla scuola di via Pombioli – perché le azioni violente e intimidatorie si possono compiere anche nascondendosi dietro a un computer o a uno smartphone».
Un ulteriore campanello d’allarme, suonato nell’ultimo decennio, quando si sono definitivamente affermati i social network tra gli adolescenti.
«Nella Giornata nazionale, sono state tante le iniziative realizzate dai nostri ragazzi – sottolineano dalla direzione del Cr.Forma —. A Cremona gli studenti hanno scritto su bigliettini una parola o una frase che li ha feriti. Con questi, sono stati prodotti dei cartelloni su cui le classi hanno riflettuto, aggiungendo alla fine, in calce a queste offese, messaggi di sostegno per i compagni».
A Crema, le classi prime e seconde hanno guardato un video sul tema, mentre le quarte hanno ascoltato il podcast realizzato per l’occasione dagli alunni referenti sul tema del bullismo. Poi hanno allargato lo sguardo interessandosi al progetto «La casa dei diritti», messo in campo di «La casa di Ale», onlus cremasca che accoglie mamme vittime di abusi insieme ai loro figli. Al termine, discussione e fotografie per rappresentare quanto emerso in classe.
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