L'ANALISI
21 Ottobre 2022 - 05:20
MONTE CREMASCO - «La famiglia ha rifiutato un doppio aiuto: 6 mila euro l’anno per pagare l’affitto di una casa, contributo che come Comune avremmo garantito per 48 mesi, o, in alternativa, un alloggio di emergenza di proprietà dell’Aler a Cremona. Ci siamo così trovati costretti, in base alle normative vigenti, a pagare la sistemazione in comunità protetta per la madre e i tre figli minori, il padre francamente non so come si arrangerà, e a questo punto poco mi interessa. La spesa a carico della collettività sale così a 65 mila euro l’anno. Queste sono le situazioni che rischiano di far saltare la tenuta di un bilancio comunale. Tutto ciò è inaccettabile».
Lo sfogo porta la firma del sindaco Giuseppe Lupo Stanghellini. Un vero e proprio atto d’accusa nei confronti di un sistema di tutele che punta giustamente a preservare innanzitutto i minorenni, ma che di fronte ad un caso simile pare davvero eccessivo. La storia riguarda una famiglia che vive in paese e da tempo in carico ai Servizi sociali comunali. Il 28 luglio l’ufficiale giudiziario del Tribunale di Cremona aveva eseguito lo sfratto del nucleo.
«Non ha concesso ulteriori proroghe – chiarisce il primo cittadino – anche alla luce dell’opposizione da parte della proprietà della casa. Nonostante le nostre proposte di sistemazione ci siamo trovati di fronte ad una serie di rifiuti categorici. Il padre, che non lavora, non era disposto ad accettare nessuna soluzione diversa dall’assegnazione di un alloggio Aler che non fosse nelle vicinanze di Monte».
Il 25 agosto scorso l’Azienda lombarda per l’edilizia residenziale ha comunicato all’ente locale l’indisponibilità di alloggi nel circondario. Il Comune, tramite Comunità sociale cremasca, aveva chiesto un parere legale all’avvocato Massimiliano Gioncada.
«Da quanto ci ha comunicato, è emerso l’obbligo per l’ente di prendere in carico i minori facenti parte del nucleo familiare», aggiunge il sindaco. Evidente che i bambini non possano stare senza la madre, anche in base alla relazione dell’assistente sociale. Unica soluzione è stata dunque collocarli in una comunità protetta che ospita donne con figli. Per questo il padre non vi si può stabilire.
L’unico ente disponibile ad accogliere i tre minori e la madre è stata la Fondazione «Casa della giovane Angela Clerici», la cui sede è in via Magenta 63 di Lodi. La retta giornaliera a carico del Comune è di 45 euro per ogni componente, il che significa 180 euro. Fatti due conti, per arrivare a fine anno (la sistemazione risale a fine luglio) il Comune spenderà 28.260 euro. Su dodici mesi fanno 65.700 euro.
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