L'ANALISI
13 Ottobre 2022 - 05:20
CREMA - Il grande sogno di rilancio dell’arte organaria cremasca comincia a concretizzarsi: ieri nella sede della Libera Artigiani Crema è stata sancita la nascita dell’associazione temporanea di imprese «Crema organaria», nata con l’obiettivo specifico di portare avanti il restauro del prezioso e antico organo della Cattedrale, ma che negli intenti di Marco Bressanelli, presidente dell’associazione, è il primo passo verso un intervento più complessivo di rilancio del settore. Ne fanno pare tutte le imprese del ramo attive nel Cremasco, oltre a una cremonese. Vere eccellenze a livello non solo italiano, ma mondiale. Crema e il Cremasco sono la capitale dell’arte organaria italiana, basti pensare che operano qui due delle tre aziende di cannifonai attive a livello nazionale.
«Parte oggi un progetto con tre finalità - spiega soddisfatto Bressanelli, che ha iniziato molti mesi fa a tessere le fila dell’iniziativa -: il recupero dell’organo della Cattedrale, la promozione dell’arte organaria anche come veicolo di turismo attraverso la creazione di un circuito di visita; il via a un progetto di formazione che subentri a quello di Cr Forma attraverso la creazione di corsi Its, subito annuale, in prospettiva biennale. Abbiamo attività storiche che devono essere tramandante e la cui sapienza passa necessariamente dall’esperienza di bottega: se non avviene il travaso di conoscenza tra generazioni sono arti destinate a essere perdute. A corona di questo lavoro, c’è la volontà di aggregare tutte le imprese della provincia che operano nel settore».
Entrando nel dettaglio del restauro dello strumento della Cattedrale, va detto sarà del valore di alcune centinaia di migliaia di euro, il cui reperimento non è un problema. Come assicura Bressanelli, hanno già dato la certezza di un loro contributo la Camera di Commercio, la Bcc Cremasca e Mantovana e quella Adda e Cremasco. Sono in corso colloqui anche con altri istituti di credito e con il Comune di Crema. Si punta poi a un bando regionale e al contributo a fondo perduto della Cei che può arrivare fino al 50 per cento del valore complessivo dell’intervento.
Dal punto di vista tecnico, dopo il via libera del vescovo, Daniele Gianotti, sono già in «cassa» anche i necessari benestare preventivi del Capitolo della Cattedrale e della Sovrintendenza, che ha dato indicazioni precise su come e dove dovrà essere posizionato l’organo. Il recupero, spiega ancora il presidente degli artigiani, «è stato definito nell’ottica del massimo rispetto della tradizione: lo strumento resterà meccanico e non diventerà elettrico o elettronico, come avvenuto in altri casi. Nell’Ati è entrato anche un esperto di restauro ligneo, Paolo Mariani, che dovrà curarsi dei decori e delle parti accessorie».
«Crema è la città dell’organo ma si fa poco per la manutenzione e la valorizzazione del grande patrimonio di strumenti. Soprattutto non si fanno concerti», aveva provocatoriamente detto Nicola Dolci, 24enne organista sergnanese, all’indomani del secondo posto ottenuto al concorso internazionale di Groningen.
Dopo le aperture di Comune e Pro loco («Una delle idee che sto portando avanti è creare una sala da concerto nella ex sede dell’istituto Folcioni di piazza Aldo Moro», aveva detto il presidente Vincenzo Cappelli), arriva ora quella dello stesso Bressanelli, che nel progetto «Crema organaria» inserisce anche una stagione di appuntamenti musicali. «Che però dovrà necessariamente attendere la prossima primavera: le temperature troppo rigide fanno scordare gli strumenti e in tempi di crisi energetica scaldare per giorni una chiesa o una sala per un concerto sarebbe incomprensibile».
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