L'ANALISI
07 Ottobre 2022 - 05:10
CREMA - Il sospetto che la ex scuola di Cl non la voglia nessuno c’è. E va di pari passo col timore di non riuscire a recuperarla, eliminando una ferita e un ecomostro all’ingresso della città. Per evitare il peggio, dove per peggio si intende dover ricorrere alla demolizione di quanto era stato parzialmente edificato spendendo comunque 7,8 milioni di euro, il commissario liquidatore Alessandro Bani sta pensando di giocare l’ultima carta rimastagli nella manica. Che non è un asso, ma che prevede di coinvolgere la parte pubblica insieme a un privato.
A febbraio saranno passati dieci anni dalla messa in liquidazione volontaria della Fondazione Charis, che aveva iniziato senza mai terminare il campus scolastico ai Sabbioni, meglio conosciuto come scuola di Cl. In questi dieci anni, ha provato in tutti i modi a vendere l’area e quanto edificato, ma senza successo. «Ho accantonato l’idea di nuove aste – spiega Bani – anche perché poi il prezzo si abbasserebbe troppo e il creditore ipotecario non è disposto ad accettare che ciò avvenga». Considerato che gli interessamenti registrati finora non sono ma approdati a nulla di concreto, il liquidatore sta pensando a qualche nuova strada da percorrere.
«Vorrei organizzare un incontro tra gli altri lottizzanti e la nuova amministrazione comunale, per capire se può nascere un progetto comune per quella zona. C’è bisogno di uno slancio». Bani spiega cosa a suo parere sarebbe necessario per uscire dall’impasse: «Nessuno acquisterebbe il lotto principale, quello che sarebbe dovuto essere la scuola, se poi gli altri due a fianco rimangono incompleti. C’è bisogno di un’iniziativa tra pubblico e privato. Se il Comune acquistasse il lotto della palestra o dell’auditorium, magari attingendo ai fondi del Pnrr, potrebbe dare una spinta al recupero anche della parte rimanente». La proposta verrà illustrata non appena il liquidatore avrà organizzato l’incontro.
Nel frattempo, le aste di maggio e giugno per la vendita delle altre proprietà della Charis situate in altre province sono andate deserte. Cosa che non rappresenta una bella notizia, dal momento che i creditori stanno attendendo ormai da tempo di poter recuperare qualcosa. La messa in liquidazione volontaria della Fondazione Charis, che avrebbe dovuto realizzare il campus scolastico nell’area della ex cascina Valcarenga, risale al 10 febbraio 2013. La decisione fu presa per via degli ingenti debiti accumulati.
In quasi dieci anni, il commissario liquidatore ha cercato inutilmente di vedere i quattro lotti del cantiere, insieme o separati, dando corso a tre serie di tre aste. In questo lungo lasso di tempo, le ipotesi di recupero non sono mancate: nuova sede del liceo Racchetti-da Vinci, casa di riposo, permuta con la sede della Provincia di via Matteotti, nuova sede della Sanitas e albergo low cost. Al tirar delle somme, parole, parole, per dirla con Mina.
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