L'ANALISI
19 Novembre 2021 - 05:10
SPINO D'ADDA - Quando la disabilità non è un ostacolo. Antonella Rutigliano ha partecipato al Panda Raid 2021. L'undicesima edizione della manifestazione si sarebbe dovuta svolgere a marzo 2020 ma, a causa della pandemia è stata rinviata. Dei 390 team previsti alla prima iscrizione, se ne sono presentati 120, per la maggior parte italiani e europei.
Il raid si è svolto nel deserto del Sahara. Più di 3.000 chilometri suddivisi in sei tappe e sei speciali che hanno stilato la classifica. Le poche ore di riposo tra una frazione e l'altra sono avvenute in campi allestiti in mezzo al deserto dall’organizzazione, con i team con che hanno montato e smontato quotidianamente le loro tende.
«In queste condizioni - spiega Rutigliano - emergono lo spirito di gruppo, la solidarietà tra le persone e l’arte dell’arrangiarsi, che rende questo raid unico. La differenza con gli altri è che, anziché super macchine, si possono utilizzare solo Panda 4x4 o 4x2 della prima serie o Marbella».
SCOPO UMANITARIO. L'evento è nato con uno scopo umanitario: portare beni di prima necessità alle persone che popolano il deserto. «Dietro il nostro Panda Raid - aggiunge Rutigliano - esiste un progetto che si chiama Supera i tuoi limiti, diventerai super abile».
Niente di più adatto per questa donna spinese, classe 1971, la cui vita è stata segnata da due terribili incidenti stradali che le hanno tolto l'uso del braccio sinistro, costringendola a 32 operazioni chirurgiche. Personal trainer, ciclista paralimpica, pilota di fuoristrada e di quad, Antonella ha corso con Daniele Bertolini, ex campione in quasi tutti i più importanti Rally raid, istruttore federale di fuoristrada e titolare della Best Performance Treviglio, che prepara auto per il rally di Montecarlo ed è anche centro autorizzato Handytech, per l'allestimento di veicoli per disabili.
«Abbiamo pensato entrambi - spiega Rutigliano - che per ritornare a vivere e a credere in se stessi, lo sport possa essere la molla giusta per le persone con disabilità. Anche nel mondo dei motori. Io voglio essere l'esempio che e si vuole si può».
E infatti il raid è andato benissimo. «La preparazione di Daniele ci ha permesso di sfruttare al massimo la Panda, senza mai rompere, cambiando in mezzo al deserto solo pochissimi pezzi. Gli ausili montati per me, mi hanno permesso di navigare in tutta comodità. Su 120 team ci siamo posizionati 14esimi assoluti. E' stata un'esperienza fantastica. La prossima volta parteciperò come pilota di un equipaggio totalmente femminile, nel quale la mia navigatrice sarà anche lei disabile, per dimostrare a tutti che se si vuole si può».
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