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19 ottobre

Lettere al Direttore (2)

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emanzini@laprovinciacr.it

21 Ottobre 2017 - 04:00

Le foto dei lettori

Signor direttore
questa panoramica della galleria del Vanitas Market è stupenda e riflettevo che sarebbe bello organizzare sotto questa galleria delle vere e proprie sfilate di moda.
Salvatore Liuzzi
(Cremona)

Ne parlo con

Museo del Lino di Pescarolo
Già da 40 anni ci siamo rimboccati le maniche
Signor direttore,
dopo aver letto l’intervista rilasciata dal signor Gianluca Scodes e pubblicata dal suo giornale lunedì 16 ottobre 2017, noi volontari del Museo del Lino di Pescarolo siamo rimasti sconcertati dalle parole espresse dal dirigente del Pescarolo calcio e membro del direttivo della Pro loco.
Lo stupore non nasce certamente dal fatto che il signor Scodes si è schierato dalla parte del sindaco. Lo sconcerto e l’umiliazione li abbiamo provati nel momento in cui ci è giunto un invito a rimboccarci le maniche per raccogliere fondi necessari al mantenimento dell’associazione. Vogliamo ricordare che il nostro gruppo ha cominciato a fare frittate per la festa della Senigola quando alcuni di noi erano poco più che ventenni. Lo stesso gruppo che ha lavorato per mettere in salvo il monumento molto caro ai pescarolesi, ormai da oltre quarant’anni dedica il proprio tempo per le attività del Museo del Lino.
Nessuno in paese si rende conto del lavoro che i volontari del Museo prestano 365 giorni all’anno. Davvero pochi conoscono la fatica e i sacrifici che si fanno per tenere aperto e operante il Museo che raccoglie, mostra e custodisce con grande passione, rispetto e competenza i materiali e i manufatti donati dai pescarolesi e appartenuti magari agli avi dello stesso Scodes o sindaco o consiglieri; oggetti che devono essere puliti, lavati, restaurati, fotografati, schedati, inventariati, conservati a regola d’arte.
La vita del Museo continua e prospera solo promuovendo costanti contatti con scuole ed associazioni culturali, con i musei etnografici , attraverso l’organizzazione di laboratori didattici, convegni e mostre. Un impegno forte per i volontari del Museo ma appagante per la consapevolezza della salvaguardia di un bene che custodisce le radici culturali della nostra gente.
Chiediamo di poter continuare il nostro lavoro e per questo siamo grati al Comune per avere fino a ieri onorato la convenzione che lo ha reso possibile. Se si chiude il rubinetto le conseguenze sono intuibili. Mostre e convegni non rendono quanto una grigliata di costine e salamelle.
Luigi De Antoni
(a nome dei volontari del Museo del Lino di Pescarolo)

L'AMARCORD
Alle serali del Beltrami lezioni di economia e di vita
Gentilissimo direttore,
plaudo con contentezza alla notizia della ripresa del corso serale statale per i geometri e ragionieri E. Beltrami, pubblicata il 10 ottobre di cui il corso per ragionieri e periti commerciali mi vide iscritta e frequentatrice quale studentessa-lavoratrice al IV anno, già con inizio anno scolastico avvenuto, ed in corner, grazie alla disponibilità e fiducia della magnanima professoressa Emy Maffezzoni, la quale, essendo io ai tempi minorenne, si prestò a fare le veci dei miei genitori, e/o familiari, che per i casi che la vita riserva, non potevano essere presenti quegli ultimi giorni, entro i limiti estremi di iscrizione.
Spero che questa mia testimonianza possa essere uno sprone ed esempio sopratutto per i più giovani per i quali le difficoltà di crescita ed il bombardamento ormonale a cui si va soggetti in un periodo in cui il corpo si trasforma e non si ha consapevolezza di ciò che si è, o che si sta diventando, ed in cui i momenti storici familiari, in cui si è tutti quanti ‘direzionati’ al lavoro. Se ci pensiamo bene, cosa sono i pochi anni di superiori, rispetto ad una vita intera? L’importante è sicuramente lavorare, e quindi importantissime sono anche le scuole professionali, che addestrano ad un mestiere/arte.
Al corso serale ho avuto la ventura di incontrare sul mio cammino per la maggior parte insegnanti amabili e compagni e compagne che hanno dimostrato sebbene le difficoltà che ciascuna vita comporta, di essere persone valide e molto operative poi anche nella vita. E’ uno dei periodi della vita che ricordo con contentezza, in cui grazie al senso comune di fratellanza tra noi, in classe non si respirava affatto gelosia ed invidia, ma senso comune come se fossimo stati tutti reclute del servizio militare: da un lato non si vedeva l’ora che finisse il patimento (ai tempi finivamo le lezioni alle 23 ed il sabato erano di pomeriggio) e quindi facevamo di tutto tra noi per rendercelo positivo, ed aleggiava un comportamento democratico, di prestiti di libri e fotocopie e passaggi di appunti.
C’era chi già lavorava in banca e desiderava fare carriera, chi da operaio desiderava migliorare la propria posizione, chi era già ferratissima in contabilità in qualità di responsabile amministrativa, chi già svolgeva il lavoro di commercialista con il padre ed era ai tempi l’unica speranza di continuità dello studio, chi stava ultimando il conservatorio ma in famiglia gli era stato imposto anche un diploma tecnico, altri che erano coinvolti già da tempo in attività familiari in espansione, chi cercava di concorrere nella pubblica amministrazione. Il sentimento che aleggiava e che respiravo era di festa, già soltanto per essere riusciti ad arrivare di sera tutti quanti: io ai tempi in bicicletta, in motorino, in vespa e spesso al ritorno in super velocità per la paura e quando nevicava è capitato anche a piedi, oppure chiedendo un passaggio per il ritorno serale/notturno alle compagne Luisa e Simona, più grandi e già con l’automezzo.
Qualcuno arrivava da Casalmaggiore (Erminio, ad esempio con una maturità classica già in tasca ed il suo desiderio di approfondire le materie contabili) o da Casalbuttano, anche con i nebbioni, ed il ghiaccio; e c’era molta stima ed ammirazione, soprattutto da parte dei nostri professori. Anche i professori erano variegati.
Desidero ringraziare i professori Piacenza, Rizzi, Sinelli, Cattarinich. In due ci diedero la possibilità di poter dare loro del ‘tu’ e per me fu un bell’esercizio di parità, e di sentirmi già grande.
Manuela Melega
(barwomen, erborista diploma universitario, consulente del lavoro pre-Soa, Cremona)

L'INTERVENTO
I nostri 'competenti' politici sanno solo peggiorarci la vita
Ancora una volta i perfetti ‘competenti’ del Governo e del Parlamento, hanno preso un’ulteriore pessima decisione che questa volta riguarda la legge elettorale. Una legge che garantisce un risultato già programmato.
Sottolineo le parole «ancora una volta», perché anche relativamente alla scuola, alla sanità ed al lavoro, cioè i cardini di una società civile, sono state prese, in tutta consapevolezza, decisioni che hanno peggiorato la vita dei cittadini. Nella scuola, oltre alla pesante mancanza di risorse, troppo spesso i professori devono avvicendarsi ogni anno in classi di scuole diverse, facendo quindi mancare la continuità sia nei metodi di insegnamento e apprendimento, sia nella conoscenza che si sviluppa tra gli alunni e gli stessi professori, continuità che è molto preziosa nella guida dei nostri ragazzi; oppure pensiamo anche ai presidi, che si devono occupare di 4/5/6 istituti. Sembra che là dove esiste una cattedra, possa bastare un ‘nome qualunque’ che vada ad occupare quel posto vacante, senza considerare alcun altro elemento che possa essere importante all’educazione e all’istruzione degli studenti.
Per quel che riguarda la sanità ci sono ormai troppe persone che rinunciano a curarsi perché anche i ticket sono troppo pesanti economicamente. Nel lavoro, poi, oltre ai diritti, è stata tolta la dignità e la speranza alle persone. Chi perde lavoro ad una certa età, non ha più speranze di ritrovarne uno; ai giovani vengono proposti contratti di alcuni mesi, oppure di una settimana o addirittura di un giorno! Come si può arrivare ad amare e a conoscere il proprio lavoro quando già si sa in partenza che sia che si lavori bene, sia che si lavori male, il risultato sarà sempre lo stesso, e cioè la certezza di non essere assunti. E ancora, diverse ditte sfruttano i contratti di apprendistato in continuazione proprio perché i nostri politici ‘competenti’ non hanno disposto un limite a questa possibilità, alcune ditte chiudono l’attività per riaprirla successivamente con contratti nuovi, previsti dal ‘competente’ jobs act, contratti che non danno diritti ai lavoratori e che abbassano i salari rispetto ai contratti di un tempo.
Ho sentito dire in qualche trasmissione televisiva, che è preferibile la competenza all’onestà. Allora mi chiedo: ma chi ha così tanta ‘competenza’, come mai ha portato l’Italia in queste misere condizioni? Non posso certo pensare che persone estremamente ‘preparate’, come amano apparire i nostri politici, possano aver fatto una sequela di errori così sconcertanti. Non mi resta quindi che pensare che l’Italia è in queste pessime condizioni per una ferrea volontà dei nostri politici ‘competenti’ nel portarci proprio in questa difficile situazione economica e sociale.
Giungo quindi alla seguente conclusione: preferisco persone corrette e magari non così competenti che si darebbero onestamente molto da fare e porrebbero immediatamente rimedio agli eventuali possibili errori, a personaggi probabilmente molto competenti che utilizzano la loro sapienza proprio per andare in direzioni contrarie a quelle del benessere dei cittadini. La tanto sbandierata competenza la si ottiene solo occupandosi delle cose, ma alla sua base deve necessariamente esserci una profonda base di onestà.
Nadia Bertoletti

Serve chiarezza sulle regole
Lo scempio dei ciclisti sulle strisce pedonali
Signor direttore,
al di là di quanto affermato da diversi cittadini mi sento di affermare che:
la bicicletta è un veicolo, art. 47/c del codice della strada e pertanto non gode di particolari diritti di precedenza, anche se circola su passaggi pedonali, cosa che non potrebbe fare, perché gli attraversamenti pedonali art. 145 del regolamento del Codice della Strada non cita l’attraversamento anche di veicoli ma solo di pedoni. Gli attraversamenti ciclabili sono ben definiti dall’articolo 146 del reg. articolo. 40 del Cds che non hanno nulla a che vedere con i passaggi pedonali. Al di la di quanto affermato, mi chiedo: quanti ciclisti devono essere ancora investiti per questa invenzione di farli attraversare sui passaggi pedonali, senza dare la precedenza, visto che anche loro stanno guidando un veicolo, art. 47 Cds? Cari amministratori e tecnici, fermate questo scempio e schiaritevi bene le idee, perché di feriti ce ne sono già stati fin troppi e anche gravi. Personalmente ho evitato un velocipede su passaggio pedonale per pochi centimetri, vicino all’ospedale, ma è stato investito dal veicolo che mi seguiva. La norma deve essere chiara e fatta a sensi di legge per la garanzia di tutti, automobilisti e ciclisti compresi, senza indugi,e senza ma. Allo stato esiste solo una grande confusione, che deve essere risolta al più presto.
Francesco Bodini
(Ostiano)


‘Porta#Benessere’ a Pandino
Modello di sinergia pubblico-privato
Signor direttore,
il progetto sperimentale ‘Porta#Benessere’, nato grazie alla positiva e proficua collaborazione con il Consorzio Arcobaleno di Crema, gestore del servizio comunale per la prima infanzia Asilo Nido Girasole, può presentare ora un primo, lusinghiero bilancio delle attività avviate. Otto mesi di regolare apertura nei giorni programmati durante i quali sono state garantite gratuitamente prestazioni e consulenze individuali: sono stati effettuati più di trenta pap test e altrettanti elettrocardiogrammi, decine di consulenze specifiche sugli argomenti elencati nell’opuscolo descrittivo e programmati con focus diversi mese per mese, dall’alimentazione e sano stile di vita ai disturbi cognitivi nell’anziano o nella prima infanzia. Questo modello di progetto vuole evidenziare le potenzialità espresse dalla sinergia tra pubblico e privato sociale, capaci insieme di promuovere, ottimizzando le risorse, opportunità di sviluppo della rete di servizi sul territorio nel reciproco interesse a favore della prevenzione e della promozione del benessere della collettività.
L’amministrazione comunale di Pandino

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