Sono un’edicolante da più di dieci anni. Mi piace il mio lavoro, che risente della crisi esattamente come tutti gli altri settori. Come ogni anno inizia per i miei colleghi il periodo delle ferie; non per tutti però. Per chi, come me è l’unica rivendita in un piccolo paese, non è permesso chiudere. Siamo sicuramente in diversi ad avere lo stesso problema. Lavoro tutti i giorni, domeniche comprese, gli unici giorni di chiusura permessi sono il 1˚ gennaio, il lunedì di Pasqua, il 2 maggio, il 16 agosto, il 25 e 26 dicembre. Solo 6 giorni. Questo sarà il mio lavoro per tutta la vita, e come da accordi nazionali, per tutta la vita non mi sarà permesso fare vacanze. Sono una commerciante solo sulla carta, perché in pratica sono alle dipendenze. Anni fa ad una riunione con un rappresentante dei nostri sindacati, mi scusi ma non ricordo il nome, ci è stato detto che avevano ottenuto la terza settimana di ferie, ma solo per chi ne poteva già fare due. Alla mia osservazione sul fatto che loro secondo me dovevano lottare affinché tutti ne potessimo fare almeno una, la sua risposta è stata il silenzio. Lavoro da sola in edicola perché gli incassi non mi permettono di assumere qualcuno. Per poter andare in vacanza, ma anche solo stare a casa, dovrei pagare 800 euro per una coadiuvante, oltre al suo compenso. L’informazione è importante, ma lo è anche la salute fisica e mentale di chi lavora. Quando una farmacia di paese chiude per ferie, i clienti si spostano nei paesi limitrofi per acquistare i medicinali. Ho due bambini piccoli e mi piacerebbe molto poter trascorrere con loro qualche meritatissimo giorno di riposo, non dico necessariamente via, anche a casa. Mi piacerebbe molto avere un suo parere. E.C. (edicolante di un paese)
Il suo disagio è comprensibilissimo così come lo è la sua richiesta di meritato riposo. Mi rendo conto della difficoltà della situazione: quella dell’edicolante è una figura fondamentale e la sua attività è tutti gli effetti equiparabile a un servizio pubblico. Pertanto la ringrazio per la dedizione che mette nel suo lavoro. Possibile che non si trovi una giusta mediazione?