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Maturità, spumante e farina per festeggiare al grido di «è finita!»

Da oggi hanno preso il via gli orali, ultimo atto di un rito di passaggio. Tensione a mille per gli ultimi 100 metri dall'agognata vetta

Nicola Arrigoni

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narrigoni@laprovinciacr.it

26 Giugno 2023 - 17:38

CREMONA - Nell’aria c’è quell’odore acidulo di spumante stappato: la maturità ha anche un suo odore, oltre che il sorriso di chi ha finito. Il maturo di turno viene innaffiato, impanato con farina, gli viene fatta la festa e tutto passa. Eleonora Raglio, davanti all’Aselli, dice: «L’acido nucleico, proprio questo doveva uscire. Ma alla fine me la sono cavata, dopo un iniziale sbandamento ho fatto tutti i collegamenti del caso. È stato un esame impegnativo, ma è andata».

A sostenerla sono le amiche Valentina e Lisa. Se la mangia con gli occhi Michele Gatti, il suo sguardo festeggia la felicità di Sofia Pedroni il cui esame è partito da Coleridge: «ho potuto spaziare nelle varie materie indagando il rapporto fra natura e uomo, da Leopardi e Schopenhauer fino all’intelligenza artificiale. Ora sono pronta per le vacanze in Croazia con la classe». Alesandra Viola sorride, due bottiglie di spumante in mano, lo sguardo è stellare e dopotutto «ho estratto il X agosto di Pascoli, sono riuscita a districarmi fra i vari collegamenti, è andata. Ora mi aspetta medicina e una vacanza a Bercellona».

L’attendono con uno striscione, Silvia Malinverno è una ragazza da 100 dicono i suoi amici: «Penso sia andata bene — afferma con modestia —. Punto di partenza i blastociti, da lì ho parlato dell’importanza della vita e del suo mutare, delle origini delle cose. All’orizzonte c’è la facoltà di medicina». Davanti all’Anguissola, Vittoria Bertoni è circondata dai compagni di classe: «Ho estratto l’immagine di una famiglia, sono partita dal nido di Pascoli, passando per le politiche familiari di Augusto in latino, la gioventù hitleriana in storia, il welfare state. Sono riuscita a fare un discorso che spero sia stato apprezzato dalla commissione. Ora mi attende Parigi con i miei compagni di classe».

Davanti al Manin Alice Pagliarini cerca di evitare il bagno di spumante e farina, ma senza esito. La tempistica è perfetta e dopotutto il suo orale «è partito dal tempo come categoria — racconta —, ho parlato della linearità e ciclicità del tempo. Sono soddisfatta del mio orale». mentre Silvia Molesini si è dovuta «confrontare con un’immagine di maschera — racconta —. Ho parlato di Pirandello, Kirkegaard e via discorrendo. È andata». Sofia Verona della Beata Vergine è invece partita «dal tema della donna — racconta —. L’esame è stato impegnativo, ma alla fine anche ricco di soddisfazione».

 

CREMA, TENSIONE A MILLE PER GLI ULTIMI 100 METRI

di Stefano Sagrestano

CREMA - L’ultima fatica è sempre la più dura: i 100 metri finali prima di toccare la vetta, agognata da mesi. Tensione a mille per gli orali di maturità. Oggi il primo giorno in tutti gli istituti cremaschi. Progressivamente ed entro metà luglio, le commissioni sentiranno ad uno ad uno i 1.247 candidati protagonisti dell’Esame di Stato. Meglio affrontare subito l’orale o avere qualche giorno in più per ripassare? Al solito le scuole di pensiero sono due, con adepti quasi paritari. Al di là delle opinioni quello che accomuna tutti è l’agitazione di trovarsi da soli contro il muro dei docenti. Nel colloquio sciogliere il ghiaccio è fondamentale, ma da quest’anno non c’è più nemmeno la tesina che può dare l’abbrivio. Si apre una busta con immagini e testo e da lì si parte.

Al liceo scientifico del Racchetti Da Vinci il clima stamattina era elettrizzato. Studenti in attesa dei primi compagni in uscita dall’orale, telefoni roventi con i genitori ansiosi di notizie, i candidati con il loro carico di ansie e dubbi tipici del vuoto pneumatico che per molti, anche i più preparati, arriva a pochi istanti dall’esame. Ad aprire la sessione dei colloqui per la V B sono stati nell’ordine Alessia dall’Armellina e Fabio Ferrari.

«Nella mia busta – racconta lei – c’erano una foto di Einstein e del fungo atomico. Non potevo dunque che partire da Fisica, appunto dalla bomba atomica, e poi collegarmi con storia parlando della seconda guerra mondiale, agli effetti delle radiazioni sul corpo e alle metamorfosi». Durante l’orale c’è stato anche spazio per domande da parte dei docenti. Alessia e Fabio sono stati impegnati per circa 40 minuti a testa. «La seconda parte è stata poi dedicata ai nostri percorsi Pcto (competenze trasversali e orientamento, esperienze che gli studenti accumulano durante l’anno anche fuori dall’istituto). Infine la correzione degli scritti. Il tema a livello di contenuti è andato bene, sono arrivato ad una piena sufficienza, sinceramente pensavo in un voto più alto».

 

CASALMAGGIORE, LA TENSIONE E POI LA FESTA AL POLO ROMANI

di Davide Bazzani

CASALMAGGIORE - Inevitabile ‘agitazione’ da parte di alcuni, ma anche tranquillità da parte di altri e un sorriso liberatorio all’uscita. Anche al Polo Romani, oggi, si è vissuto da parte dei maturandi il momento della prova orale degli esami di Stato. «Affrontate l’esame con impegno, certamente, ma anche con serenità, convinti che le vostre inclinazioni alla fine saranno più forti e radicate di prima», è stato l’augurio della dirigente Daniela Romoli alla vigilia. «Che questi giorni siano per voi decisivi per cogliere e affermare doti e aspirazioni, per conoscere meglio voi stessi e valutare con consapevolezza le scelte che avete fatto per la vostra vita e per il vostro futuro».

I colloqui sono iniziati alle 8. Intorno alle 10.45 Vittoria Mazzini di Casalmaggiore, studentessa del Liceo Classico, ha concluso il suo esame. «Ero davvero molto agitata all’inizio, non lo nascondo – racconta –, ma quando poi ho iniziato a parlare la tensione si è sciolta, anche grazie alla commissione. L’esame è partito da uno spunto, il libro ‘Hard Times’ di Charles Dickens». Un’opera in cui il messaggio principale riguarda la critica al materialismo e all'utilitarismo sfrenato dell'epoca vittoriana, con la sottolineatura che la vita va oltre i calcoli economici e che la felicità deriva anche da aspetti emotivi, sociali e culturali. «Partendo dal concetto dell’alienazione – continua Vittoria – ho cercato di collegare tutte le materie». Soddisfatta? «Anzitutto sollevata». Il futuro? «Non ho ancora deciso, ma mi interessa la criminologia. Potrei optare per giurisprudenza».


Poco dopo è la volta di Monica Savi di San Giovanni in Croce, studentessa del Liceo Scientifico. «Mi hanno sottoposto una delle immagini simbolo del pittore surrealista Salvador Dalì, con la presenza degli orologi molli». Opera surrealista per antonomasia, ‘La persistenza della memoria’, che raffigura l’elasticità del tempo. «Proprio partendo dal tempo e dal flusso ho spaziato tra le varie materie». Monica ha già deciso che cosa farà: «Logopedia a Mantova. Devo mettermi subito a studiare per il test». Oggi, intanto, i famigliari l’hanno attesa all’esterno per un bel brindisi. 

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