L'ANALISI
SCUOLA: LA FOTOGALLERY
21 Giugno 2023 - 11:19
CREMONA - C’è chi non ha dormito, sono agitati e a loro modo esorcizzano la tensione stando in gruppo: sono i maturandi 2023 che ben prima delle 8 erano già davanti a scuola. Ai 2.660 studenti di cui 1.329 a Cremona, 1,247 a Crema e 104 a Casalmaggiore è toccato il triste privilegio di tornare all’antico, di provare la maturità old style, che vuol dire l’esame pre-Covid con le due prove scelte dal Ministero. C’è chi ha le idee chiare: "Farò la prima traccia, il testo letterario. Non ho dubbi», dice Mattia Zatta. Di tutt’altro parere è Marco Bentley: «Siamo qui, bisogna fare l’esame. Cerco di stare tranquillo. La previsione? Se uscissi con una votazione fra i 75 e l’80/100 sarebbe il mio", e già si porta avanti. Marta è accompagnata da mamma e papà: «Abitiamo a Cicognolo, l’abbiamo accompagnata. Noi andiamo poi al lavoro, ma il pensiero corre qui, inevitabilmente». Marta sogna un futuro di medico, ma ora l’ostacolo da superare è la maturità.
Dalle 8 si comincia a entrare, cellulari sul banco e le raccomandazioni del presidente Luca Donarini in una delle commissioni dello scientifico Aselli: «Mi raccomando niente cellulari, niente dispositivi elettronici. Se venite sorpresi a utilizzarli parte l’immediata esclusione dall’esame. La prova durerà 6 ore, chi va in bagno deve consegnare tutti i fogli». Il silenzio nel corridoio è assoluto, i volti si sono fatti più tesi, anche se per molti la prova dura sarà quella d’indirizzo di domani. E siccome l’Esame di Stato è pur sempre un rito, alle 8,30 in tutte le scuole si procede a decriptare le prove. Giangio del laboratorio dello scientifico è attrezzatissimo, app sul cellulare, computer acceso e alle spalle Mariagrazia Torrisi che detta la password, a fare da testimoni Giorgio Bassini e Jaismeen Kaur che confessa: «Ora mi monta un po’ l’ansia, ma certo una volta che sarò davanti al foglio comincerò a lavorare, qui basta dire quello che pensi.
La prova più temibile è quella di matematica»; Bassini serafico, assonnato sotto i riccioli neri commenta: «Io ieri mi sono concentrato su matematica. Italiano va da sé». E se alle 8,30 con gran cerimoniale le tracce si sono palesate nelle scuole, dando il via a una produzione industriale di fotocopie: sei fogli ministeriali, scritti fitti fitti, pochi minuti dopo le segretissime tracce erano già online. La scelta è ampia, quasi stordisce, un diluvio di testi da considerare, analizzare.
La tipologia A: analisi e interpretazione del testo ha proposto la poesia Alla nuova luna di Salvatore Quasimodo una sorta di elogio poetico dello Sputnik, per la prosa è toccato ad Alberto Moravia con un brano dagli Indifferenti, ma Moravia chi era costui? Romanziere tolto dalla naftalina dai ministeriali. Per il testo argomentativo i ragazzi hanno potuto scegliere di commentare e analizzare un testo di Federico Chabod, tratto da L’idea di nazione, un brano dal testamento di Piero Angela, o dall’Intervista con la storia di Oriana Fallaci.
La tipologia C che prevede una riflessione critica di carattere espositivo/argomentativo ha preso spunto da una lettera aperta al ministro Bianchi – ex Ministro dell’Istruzione – sugli esami di maturità e sulla necessità di tutelare le prove scritte, una sorta di meta-maturità, partendo dalla recente esperienza pandemica che ha cambiato le carte in tavola del rito di passaggio per eccellenza della scuola italiana. È come se il ministero di Valditara avesse messo in campo un’excusatio non petita nel giustificare la decisione di reintrodurre le due tracce ministeriali sotto l’egida ministeriale. Insomma dire a nuora (gli studenti) perché suocera intenda (la comunità educante).
Chiude l’ultima tipologia testuale il brano di Marco Belpoliti tratto dall’articolo Elogio dell’attesa nell’era di WhatsApp. A caldo Massimiliano Chiari, docente di filosofia e storia – afferma: «Da insegnante di storia avrei svolto quello sull’Intervista con la storia di Oriana Fallaci. Tendenzialmente mi paiono tracce tutte fattibili e che non dovrebbero dare particolari difficoltà». Elisa Chittò, docente di italiano, commenta: «La scelta di Quasimodo e Moravia ci impone di ripensare il programma e dare sempre più spazio ad autori prossimi alla nostra contemporaneità, anche se le richieste di comprensione e analisi del testo erano fattibili – spiega -. Il tema sulla nazione è fuori contesto, ovvero la nascita degli stati nazionali è programma di quarta. Credo che sia un po’ imbarazzante la traccia sulla lettera inviata all’ex Ministro dai docenti universitari sa di giustificazione non richiesta. Il resto delle tracce mi paiono abbordabili, fattibili per un’ampia gamma di studenti».
FOTO: FOTOLIVE/LEONARDO CALVI, NICOLA ARRIGONI, DARIO DOLCI, PIERLUIGI CREMONA, FOTOLIVE/LEONARDO BARBIERI, FOTOLIVE/PAOLO CISI
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