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SONCINO. LE FOTO

Carnevale, le maschere di Ilaria e Nicola conquistano Venezia

Premi e applausi. Nei giorni scorsi sono finiti in tutte le televisioni d’Italia e non solo. Sui social hanno spopolato. Sul Gran Canale si sono guadagnati le ovazioni del pubblico

Andrea Niccolò Arco

Email:

andreaarco23@gmail.com

23 Febbraio 2023 - 18:13

SONCINO - Un amore, e non si parla soltanto di quello per i costumi, nato al Gran Carnevale di Soncino e approdato a Venezia. Poi i grandi riflettori, le fotografie e i video che fanno il giro del mondo per finire con le incoronazioni a San Marco davanti a migliaia di persone e gli inviti a tutte le fiere d’Italia. Nicola Pignoli e Ilaria Cavalli, coppia nella vita e nell’arte, sono oggi tra i «trasformisti» più conosciuti del Paese. Cresciuti con la parata dei carri da via Galantino a piazza Garibaldi, non dimenticano da dove sono partiti. E, soprattutto, restano umili nonostante il successo: «Perché ci travestiamo? Perché amiamo il carnevale, niente di più. Siamo cresciuti negli anni in cui a Soncino il costume si faceva in casa. Il nostro consiglio? Non comprateli su internet, realizzateli da soli. La soddisfazione è immensa».

Nei giorni scorsi sono finiti in tutte le televisioni d’Italia e non solo. Sui social hanno spopolato. Sul Gran Canale si sono guadagnati le ovazioni del pubblico, mentre piazza San Marco, dove hanno vinto tante volte come miglior maschera, l’hanno disertata perché il concorso vero e proprio è stato sospeso. Sono tornati a Soncino, una volta di più, insomma, come «re e regina del carnevale».

Ma da dove nasce l’interesse per le maschere e l’abilità di Pignoli e Cavalli nel rendere vivi e reali i loro personaggi? Lo racconta l’attore teatrale: «Beh, a dirla tutta ci siamo fidanzati nel giorno di carnevale a Soncino, quindi forse era anche un po’ destino. Da allora abbiamo condiviso non solo la vita ma anche questa passione».

Dopo la rocca, la Serenissima come traguardo: «Ci siamo stati undici volte. La prima è indimenticabile. Quello di Venezia – racconta Pignoli – è un carnevale che ti rapisce, ti fa innamorare sin da subito». Crescono loro, insieme alla maestria: «Abbiamo sempre fatto tutto a mano – raccontano –, perché una volta si faceva così. Lo facevano le nonne e le mamme, poi abbiamo provato anche noi. Il primo costume? Tanti anni fa siamo stati dei giullari. Credo di non avere più nemmeno le foto».

Poi arriva il successo. Ma dietro c’è tanta fatica: «Ci sono costumi ideati magari anche quattro anni prima e solo poi messi in produzione. Ci penso magari d’estate – rivela Nicola –, poi ci lavoriamo da settembre a gennaio. C’è attenzione a tutto, ai dettagli e ancora prima alla ricerca meticolosa dei materiali adatti». E, a volte, l’unione non fa solo la forza ma anche la differenza: «Il Geco e l’Ametista, cioé l’ultimo costume che si chiama SiO2 Element, è stato realizzato con la collaborazione di nostri amici che hanno fatto gran parte del lavoro. E fa parte di un progetto durato quattro anni».

Tra le luci della ribalta, c’è spazio anche per la nostalgia: «Soncino è cambiata, il suo carnevale è cambiato. Resta una grande festa per tutti ma non è più sentita, secondo me, come una volta. Non c’è più quella voglia di portare il costume fatto in casa. C’è Amazon, che è più comodo e veloce. Ma così si è alla fine tutti uguali». Da qui l’appello: «Bimbi, fate come noi. Fate come si faceva una volta e scatenate la fantasia!».

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