L'ANALISI
23 Marzo 2022 - 17:44
SORESINA - Si chiamano Amici del Togo, sono nati nel 2001 come un piccolo gruppo parrocchiale (dieci persone in tutto) che voleva fare del bene e regalare un futuro migliore ai bimbi del Terzo Mondo.
Oggi, 21 anni dopo, sono un’associazione benefica che opera a livello internazionale e ha all’attivo la ristrutturazione di una chiesa, la costruzione di due scuole e di una casa dello studente, pagano lo stipendio a un professore africano e gli studi ai ragazzi più meritevoli. «Un episodio da ricordare? Certamente il fatto che uno di quei bambini che hanno potuto frequentare le primarie grazie alle donazioni dei soresinesi e cremonesi — racconta il cofondatore Giampiero Villaschi — oggi sta per diventare un medico. E grazie ai nostri fondi, ma soprattutto al suo impegno, frequenta con successo l’università di Lomé».
Negli ultimi due anni, come è valso per tutti, lo stop forzato. La pandemia ha bloccato in parte anche la solidarietà. Ma adesso gli angeli custodi dei bambini africani, che sono di casa in quel di Soresina, sono pronti a ripartire.
«Abbiamo dovuto rinunciare a eventi come La Domenica del Togo (festa gemella di Ariadello, ndr) e alle varie uscite per la raccolta fondi, ma contiamo di tornare al più presto in pista, forse già da maggio». E lo sperano un po’ tutti, da Soresina fino alla remota Atakpamé dove pochi anni or sono, grazie ai volontari, è stato costruito un piccolo abitato a disposizione di quegli adolescenti che, lasciato lo sperduto villaggio nativo, intendevano intraprendere un percorso di studi alle scuole superiori.
Ma c’è di più: prosegue e va tenuto in vita con tutte le forze il progetto legato alla comunità missionaria di don Onorato, sempre in Togo. Il sacerdote, grazie agli «Amici», ha avviato una coltivazione di legno pregiato, per regalare un futuro di sussistenza ai giovani del posto.
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