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La March Madness di Woodside e Kelly

Ben e la favola di NDSU nel 2009, CK protagonista con Pullen nel 2010

Michele Talamazzi

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talamazzi@gmail.com

20 Marzo 2014 - 13:14

La March Madness di Woodside e Kelly

Ben Woodside contro Kansas il 20 marzo 2009

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Marzo è il mese della follia. Ogni appassionato di basket non si nega un “bracket”, la compilazione del tabellone ad eliminazione diretta che porta all'assegnazione del titolo del college basket. E ogni anno la “March Madness” regala storie incredibili, dando visibilità e fama anche a giocatori meno conosciuti, anche chi non andrà in Nba.

E' il caso, ad esempio, di Ben Woodside: esattamente cinque anni fa, il 20 marzo 2009, il playmaker della Vanoli visse i suoi 15 minuti di warholiana celebrità.

Al Metrodome di Minneapolis la piccola North Dakota State, numero 14 del tabellone, sfidò a viso aperto Kansas, numero 3 e campione NCAA in carica. Woodside, che aveva portato NDSU al torneo firmando il canestro della vittoria contro Oakland University, segnò 37 punti con 13/23 dal campo, primo a riuscirci dai tempi di Kevin Durant e Michael Beasley. Sì, proprio quei Kevin Durant e Michael Beasley.

Bill Self attuò su di lui una staffetta difensiva che comprendeva Tyshawn Taylor (che ha iniziato la stagione nei Nets), Tyrel Reed e Tyrone Appleton. “E' il giocatore più difficile da marcare che abbiamo incontrato quest'anno” disse Self, uno dei santoni del college basketball. Ma il suo vero duello in campo fu con Sherron Collins, 32 punti. “Ad un certo punto – ricorda Appleton – sembrava che in campo ci fossero solo loro due. Si ribattevano canestro su canestro, colpo su colpo”. “Ignoravo che fosse così forte” dirà Collins dopo la partita.

Woodside, che chiuse lì la sua carriera universitaria con 2315 punti, spinse North Dakota State almeno 4 volte ad un possesso di distanza dai Jayhawks, e poi ancora a -6 a 2:25 dalla fine, davanti a 10mila tifosi gialloverdi in estasi. Alla fine Kansas vinse 84-74, forte anche dei 23 punti, con 8 schiacciate, di Cole Aldrich, attualmente in Nba con i Knicks.

Un anno dopo fu invece la volta di Curtis Kelly.

Il 25 marzo 2010, alla Energy Solutions Arena di Salt Lake City, “CK” segnò 21 punti con 8 rimbalzi, 5 stoppate e 4 assist nel match che Kansas State vinse 101-96 dopo due overtime contro Xavier, guadagnando l'accesso alle Elite 8, le prime otto squadre della nazione, ventidue anni dopo l'ultima volta.

Furono decisive le triple dell'ex Biella e Bologna Jacob Pullen, per cui quell'anno venne coniato il celebre slogan “Fear the Beard”, ma importante fu anche l'attuale pivot di Cremona, che segnò 10 punti nei due supplementari, 6 nel primo che Xavier pareggiò con una pazzesca tripla da otto metri di Jordan Crawford, 32 punti quella sera ed ora ai Warriors.

Nella finale del Regional KSU perse contro la cenerentola Butler di Gordon Hayward e Brad Stevens che sfiorò l'impresa perdendo solo in finale contro Duke.

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