L'ANALISI
27 Gennaio 2014 - 16:43
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Le quattro vittorie in fila rappresentano la striscia positiva più lunga nella storia di Cremona in serie A. Con esse, la Vanoli di Pancotto entra nella storia del club. Un record-lampo: pensarlo solo un mese fa era pura utopia. Invece, dopo la timida vittoria con Caserta, i biancoblù hanno cavalcato il “momentum” e battuto Montegranaro, Siena e Bologna. Le ultime due senza Jason Rich.
In queste quattro gare Jarrius Jackson ha segnato 20 punti di media con il 53% da due e il 45% da tre.
E' nel suo rendimento che bisogna cercare la svolta? No, il cecchino di Monroe è semplicemente tornato tale, dopo che nelle prime 13 gare aveva il 21% dall'arco. JJ è un finalizzatore, perché giochi bene è necessario che la squadra giochi bene. Successe l'anno scorso, è successo quest'anno.
In attacco, il vero cambiamento è passato dal coinvolgimento dei lunghi. Dare la palla dentro serve anzitutto per muovere la difesa: quando esce, le guardie hanno già un piccolo vantaggio da attaccare. In più, vengono sfruttate le doti di Kelly (64% da due) e di Spralja, cui contro Bologna non sarà parso vero di poter rollare e chiudere a canestro con tanta facilità. Aldilà dei 24 punti, anche il 7/11 da due è il suo massimo in stagione.
Qual è il merito più tangibile di Pancotto? Aver recuperato gli “sfiduciati”.
Kelly e Woodside, alla faccia di chi li ha frettolosamente bollati scarsi per la serie A, oggi sono due dei protagonisti più decisivi.
Visto il rendimento, fossero stati tagliati un mese fa non si sarebbe certo gridato allo scandalo. Ma, forse, avremmo avuto solo il rimpianto di non averli visti al loro meglio.
Su CK abbiamo sentito di tutto: ha la pancia, problemi di coordinazione, non ha cultura del lavoro, non ci vede, etc. I fatti stanno dicendo semplicemente che è un giocatore con potenziale, che va (e andava) coinvolto, pungolato, stimolato ogni giorno. Pancotto gli sta addosso, e avere un 4 vero, un “bruiser” come Zavackas, aiuta. Il suo impatto è lì da vedere: da Varese in poi la sua produzione al minuto è passata da 0,32 punti a 0,62. Per intenderci: il dato parametrato sui 40 minuti parla di quasi 25 punti a partita.
Che Woodside fosse il giocatore chiave della squadra su questo blog lo diciamo dall'estate. Nelle ultime 4 gare, a 16.7 punti e 4.5 assist di media lo è diventato. Poco importa il 4/18 di Bologna: la palla è nelle sue mani, il ritmo lo scandisce lui a suon di pick and roll. A metà campo e in transizione.
Pancotto, al momento del suo insediamento, disse: “Ben non deve essere il leader di questa squadra, ma il playmaker”. Oggi lo è, e dovrà continuare ad esserlo col ritorno di Rich e Chase.
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