L'ANALISI
14 Dicembre 2025 - 13:53
CREMONA - Fra Manolete e manolesta, fra il torero Camomillo e il marchese del Grillo, si torna da Torino con una sconfitta che non è gravissima, anche se è la quarta nelle ultime sei partite, ma molto fastidiosa perché evitabilissima. E che si sarebbe evitata se, fra la squadra di Nicola e gli arbitri, qualcuno avesse fatto fino in fondo e per bene il proprio dovere.
Spiego subito cosa c’entrano Manolete, manolesta e compagnia bella. Manolete è stato un famosissimo torero, e la Cremo avrebbe dovuto prendere esempio da lui.
Il Toro era vistosamente complessato dalla situazione, non vinceva da sei partite e perdeva da tre, la sua gente aveva la contestazione sulla punta della lingua, la panchina di Baroni ballava come un dentino da latte. La Cremo da bravo torero avrebbe dovuto approfittare dell’imbarazzo avversario, metterlo alle corde fin dall’inizio e finirlo.
Invece al posto di Manolete con le maglie della Cremo è entrato in campo il torero Camomillo, invece di un torero da corrida si è visto un torero da Zecchino d’oro. Risultato, il Toro si è rinfrancato, ha sfiorato il gol quando Audero ha deviato il diagonale di Adams, e il gol è arrivato quando Baschiroccia ha mancato il rinvio e Nikola Vlasic ha messo la firma sulla partita.
La reazione c’è stata, i due attaccanti grigiorossi sono montati in sella ai loro cavalli di battaglia, ma Paleari è stato bravo sulla coreografica rovesciata di Bonazzoli, e Vardy dopo essere piombato come un falchetto su un retropassaggio avversario e aver aggirato il portiere è scivolato senza riuscire a concludere.
Poi il Toro ha ripreso il controllo della partita, che più battagliata che giocata è arrivata alle fasi finali.
Qui finalmente la Cremo ha messo alle strette i granata, Vardy ha costruito la palla del possibile pareggio sulla quale Moumbagna è arrivato scomposto mettendo fuori, poi agli sgoccioli degli sgoccioli il rigore che doveva essere dato ma non è stato dato.
Cross di Zerbin, manolesta Simeone tutto solo e in bella vista tocca la palla con il braccio destro, rigore sciocco ma rigore, lo vedrebbe anche chi non lo volesse vedere, l’arbitro Marinelli non lo vede e pazienza, c’è il VAR, ma anche da lì silenzio di tomba, Meraviglia e Di Bello si chiamano i signori che evidentemente non vogliono grane. E non ne avranno perché per chi tira i fili ai burattini va bene così, certo stiamo freschi se vale anche per il Torino la logica del marchese del Grillo: io so’ io e voi noi siete… diciamo non siete nessuno.
Da parte loro i grigiorossi recitano fino in fondo la loro parte di ragazzi che hanno lasciato a casa la personalità, avrebbero dovuto provare a svegliare chi là sopra dormiva facendo un po’ di cinema, invece le proteste sono tiepide e timide come l’inizio di partita dei nostri eroi. E così arriva una sconfitta che non rovina la classifica, ma come tutte le delusioni evitabili rovina l’umore del tifoso.
Sconfitta che una Cremo normale o un arbitraggio decente avrebbero evitato. Ma se invece di Manolete ti ritrovi il torero Camomillo, se invece di un arbitraggio normale ti ritrovi il marchese del Grillo, perdere a Torino diventa una cosa quasi normale.
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