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JUKEBOX GRIGIOROSSO

Il re resta sul trono e alla Cremo non basta il coraggio

La squadra grigiorossa costruisce una gara fatta di coperture e ripartenze, sfiora due volte il bersaglio e si arrende solo alle giocate decisive dei giallorossi. Un risultato amaro dopo tre ko di fila, con la necessità di ritrovare equilibrio e lucidità

Giovanni Ratti

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redazione@laprovincia.it

24 Novembre 2025 - 14:08

CREMONA - Sempre allegri bisogna stare, cantava Jannacci, ma a volte è una parola. La Cremo ha visto un re, quel Gasp che sogna di diventare l’ottavo dei sette re di Roma. E gli ha reso omaggio, anche se mugugnando e dopo aver provato a buttarlo giù dal trono. Sul quale trono invece alla fine il re ci sta ancora più comodo di prima, e i suoi sudditi giallorossi sì che hanno motivo di stare Allegri (con la A maiuscola).

Fra Cremo e Roma era la classica partita asimmetrica, di quelle che se si gioca a chi è più bravo la più debole è spacciata. A Nicola questo non lo deve insegnare nessuno, e il tecnico grigiorosso ha impostato una partita fatta di copertura e imboscate. Sapeva di avere meno frecce del nemico, quindi era essenziale tirarle con precisione. Poteva anche funzionare, a patto che gli riuscisse un colpo di mano. O nel nostro caso, un colpo di piede.

Le occasioni ci sono state, due, la prima per il vantaggio, la seconda per raddrizzare il risultato. Svilar bravo in entrambe le occasioni e anche fortunato sulla seconda, quella del palo, però Bonazzoli e Vandeputte hanno mancato l’occasione per diventare i Robin Hood grigiorossi. Fra le due occasioni mancate dai nostri, quella non mancata da Matias Soulé. Lui ha il sinistro proibito come Joe Frazier, quindi se lo lasci giocare a tiro a segno come ai baracconi del luna park è naturale che il pelouche più grosso se lo porta a casa lui. Bianchetti non è riuscito a negargli la libertà che gli serviva per caricare, puntare e sparare, ed è arrivato il gol.

L’ultimo quarto d’ora del primo tempo è stato da fachiri, anche se nel recupero Ayroldi ha regalato alla Cremo l’ultima illusione, fischiando rigore sul tiro cross di Barbieri finito sul braccio di Mancini. Il Var però ha sgonfiato l’illusione, lasciando lo Zini deluso come un bambino quando gli dicono che Santa Lucia non esiste. Se c’è qualche bambino all’ascolto, non dia retta alle malelingue, Santa Lucia esiste eccome e arriverà puntuale anche quest’anno.

Un po’ meno puntuale, cioè verso i tre quarti di partita, è arrivato l’uno-due giallorosso che ha chiuso il conto. Sul primo smarrimento di Audero, ed è la prima volta in stagione, sul secondo tilt collettivo che ha lasciato Wesley libero di galoppare verso il portiere, veloce solitario e sgradito come un pony express che recapita la cartella delle tasse.

Appena prima dei due gol, come se avesse un presentimento positivo, Gasperini si era messo a fare i capricci per andare a godersi lo spettacolo dalla tribuna, e alla fine l’arbitro lo aveva accontentato. Era dai tempi di Mourinho che un allenatore non dava un tale spettacolo, anche se pure Spalletti ci aveva dato dentro. Certi isterismi dei giocatori in campo si capiscono meglio, alla luce delle prove di squilibrio fornite dai loro allenatori.

A discorso chiuso, Nicola ha colto l’occasione per regalare qualche minuto di riabilitazione agonistica a Pezzella e Grassi, e quando si era già ai saluti Folino ha addolcito per quanto possibile la pillola. Che resta comunque amara.

Per una Cremo che fino a un mese fa viaggiava ai confini della realtà tre sconfitte di fila, con alle viste la trasferta di Bologna, sono qualcosa di più brusco che un ritorno con i piedi per terra. Ora è di rigore mantenere l’equilibrio, certo qualche riflessione la si potrebbe fare, su un paio di titolari Pajero compreso, e anche sui giocatori a libro paga ma fuori rosa.

Quanto alla classifica, non è poi imbruttita troppo, diciamo che è un po’ come la prima volta che vedi la morosa con i bigodini e senza trucco. Ci rimani un momento, ma alla fine al cinema ce la porti lo stesso. Perché la vita continua, e come dice Enzo Jannacci, sempre allegri bisogna stare, anche quando il re ti fa pagare le tasse.

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