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Altro che strage di San Valentino, questa è la strage di San Siro

Cremo crivellata dall'Inter che ha giocato come sa fare, senza incartarsi o prendere la partita sotto gamba. Pazienza arrendersi se Bonny e Lautaro ti spianano il mitra sotto il naso, ma almeno si poteva aspettare che dicessero mani in alto

Giovanni Ratti

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redazione@laprovincia.it

05 Ottobre 2025 - 15:09

CREMONA - Bonnie and Clyde erano una famigerata coppia di gangster che negli anni trenta con la loro banda impazzavano sforacchiando allegramente chiunque capitasse loro a tiro. Bonny e Lautaro hanno fatto qualcosa di molto simile alla Cremo. Che è stata crivellata di tiri e occasioni, tanto crivellata che alla fine il quattro a uno dà solo una pallida idea di una partita che è stata un bagno di sangue. Altro che strage di San Valentino, questa è la strage di San Siro.

In casi del genere le flebili speranze di giocarsela, se non di cavarsela, risiedono in tre possibili fattori. Uno, che la squadra più forte incappi in una giornata storta. Due, che la squadra più forte prenda la partita alla leggera, per poi incartarsi, come era successo al Milan. Tre, che la squadra meno forte si inventi una prestazione superba.

Niente di tutto questo. L’Inter ha giocato da Inter, e senza Thuram ha trovato in Bonnie un vice ancora più feroce. I nerazzurri hanno subito azzannato la Cremo alla giugulare, costruendo la prima occasione in nemmeno mezzo minuto, e segnando già dopo sei, senza più mollare la presa fino ad aver dato abbondante sepoltura a partita, risultato e avversario.

C’era poco da fare, ma non si è fatto nemmeno quel poco. C’era poco da provare, ma non ci si è nemmeno provato. Ci si è arresi prima ancora di scendere in campo. Una serataccia di cui la cosa più presentabile è il risultato. In casa grigiorossa non ha funzionato niente. Arrendevole l’approccio mentale. Barella ha portato via a Sanabria il pallone del primo gol come si portano via le caramelle a un bambino.

Problematiche le scelte di Nicola. Con Vazquez e Johnsen in teorico appoggio a Sanabria, a centrocampo si era in inferiorità numerica. A Vazquez saltavano addosso in tre e dall’altra parte Barella non trovava opposizione. Abissale la differenza tecnica. Nessuno pretendeva di giocarsela da pari a pari, ma si è messo piede in partita solo quando l’Inter è entrata in fase di digestione. Le cinque partite utili ci facevano vedere tutto con le lenti rosa, ma questa partita ce le ha strappate via con brutalità.

Difesa in affanno costante, con Silvestri e Bianchetti indaffaratissimi a limitare i danni, e Baschirotto che sembrava l’ispettore Ginko che prova ad acchiappare Diabolik. Fascia destra devastata, mediana priva di un leader, incapace di tamponare, figuriamoci di costruire. E davanti non si teneva palla. Speriamo che la sosta ci regali Vardy a tempo pieno e Moumbagna. Ma nell’attesa non poteva servire un De Luca, il quale almeno il fisico e la carica agonistica per lottare ce l’ha?

Con questo bollettino di resa, passa la voglia di sottolineare l’arbitraggio inutilmente genuflesso, con un gol e mezzo irregolari. Pazienza arrendersi se Bonny e Lautaro ti spianano il mitra sotto il naso, ma almeno si poteva aspettare che dicessero mani in alto.

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