L'ANALISI
20 Settembre 2025 - 11:16
CREMONA - La Cremo ha fretta di crescere, per diventare grande quanto la sua classifica. E per crescere bisogna imparare alla svelta.
Lunedì ha imparato che non perdere a Verona può essere più difficile che vincere a San Siro.
Il sofferto zero a zero ha restituito la squadra alla dimensione di chi deve sgomitare per la salvezza. E l’ambizione di restare nella parte alta della bagarre passa per partite come quella del Bentegodi e per quella in arrivo allo Zini con il Parma.
Si gioca la domenica pomeriggio, evento ormai raro ma dal sapore tradizionale.
Questa sfida è quanto di più simile a un derby offra il campionato sul piano chilometrico, anche se la suggestione campanilistica lascia spazio soprattutto all’importanza di classifica.
Sette punti contro uno: la Cremo canta, il Parma guaisce come un cucciolo abbandonato. Ma i rapporti di forza sono ancora fluidi, come Verona ha insegnato.
L’ultima giornata ha acceso i riflettori sui numeri uno.
La Cremo si è aggrappata al suo Audero antiproiettile, mentre il Parma è stato condannato dalle incertezze di Suzuki a Cagliari.
Sia Nicola che Cuesta cercano ancora la quadratura più affidabile, tra uomini e assetto.
Nicola, a Verona, ha provato nell’ultima mezz’ora la formula con due costruttori di gioco dietro l’unica punta, ridando colore a una squadra fino a quel momento passiva.
Va detto che la furia veronese si era già placata, ma almeno non si è più giocato “a una porta” come in oratorio.
Terracciano resta un valore aggiunto, ma solo se l’impianto regge.
Sul tavolo del tecnico i dossier non mancano. Intanto, sembra rientrato l’allarme Vardy: la panchina dello Zini dovrebbe ospitarlo per la prima volta.
Il Parma di Cuesta è un progetto tattico ambizioso: pressione alta, costruzione dal basso, rotazioni a centrocampo. Insomma, sembra un manuale dell’allenatore moderno.
Però, se non arrivano i risultati, la teoria diventa bersaglio di critiche.
Occhi puntati sul duello fra Baschiroccia e Pellegrino.
Attenzione anche a Man e all’ex Valeri sugli esterni.
Fin qui ci siamo divertiti al sabato col Milan e al venerdì col Sassuolo.
Il lunedì di Verona è stato meno entusiasmante, ma comunque una sofferenza utile.
Ora la tribù pellegrigiorossa la pensa come Lara Saint Paul nella sua canzoncina: la domenica pomeriggio ci si vuole divertire. Guardando la partita minuto per minuto e, soprattutto, alla fine, guardando il risultato.
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