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La Cremo al Picco con una pallottola d’argento e un’avventura da finire

Dallo 0-0 con lo Spezia all’emergenza difensiva, tra arbitraggi discutibili e occasioni mancate: la finale resta apertissima

Giovanni Ratti

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redazione@laprovincia.it

30 Maggio 2025 - 13:36

CREMONA - Non per contraddire Lucio Battisti, ma quella che aspetta la Cremo al Picco sarà eccome un’avventura. Anzi: è la seconda metà dell’avventura che è ogni finale. La prima l’abbiamo battagliata allo Zini, e il pareggio a reti bianche tiene tutto apertissimo.

Io lo 0-0 l’ho preso bene. Lo Spezia si tiene stretto il vantaggio del doppio pareggio, ma la Cremo sa di avere ancora in canna la pallottola d’argento che può cambiare tutto. L’occasione arriverà: pulita o sporca, costruita o casuale, ma capiterà. Anche all’andata, dopo lo spavento del gol annullato ad Aurelio, abbiamo avuto due palle gol e mezza. Non è poco in una partita così bloccata e nervosa come un cavallo che ha visto un serpente a sonagli. Costruire gioco era facile come lavorare all’uncinetto con un gomitolo di filo spinato.

E poi l’emergenza difensiva. Bianchetti fuori, Ravanelli tolto di mezzo da un’appendicite, Stroppa che schiera Antov – che sembrava buono al massimo per la panchina – e invece se la cava. Per fortuna anche Folino ha dimostrato di essere più di una riserva. Alla luce di tutto questo, non prendere gol (o almeno gol validi) è già qualcosa.

Il resto della missione – cioè fare quel benedetto gol – Stroppa l’ha affidato a un attacco leggero, senza pivot. Contro la Juve Stabia aveva pagato. Contro lo Spezia, più duttile e strutturato, no. Con De Luca qualcosa si è mosso: la punizione di Gelli fuori di un soffio, l’occasione mangiata da Dennis. Ecco, al Picco penso rivedremo una Cremo più ortodossa, con De Luca perno centrale.

Negli ultimi minuti la fatica e il timore del contropiede di Kouda hanno frenato tutto. E Pairetto – diciamolo – non ha certo aiutato, troppo compiacente con le sceneggiate spezzine. Chissà che al ritorno non ci tocchi un arbitraggio in grado di favorire il gioco. Una delle tante incognite di questa finale che ci tiene col fiato sospeso. E allora si va al Picco per un’avventura tutta da vivere e magari anche tutta da vincere.

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