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L'orchestra grigiorossa è pronta a suonare la quinta... avversaria di fila

Per battere la Reggiana, la Cremo dovrà stare attentissima a non perdere l’ispirazione che l’ha portata a scalare la classifica come un inedito dei Beatles

Giovanni Ratti

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redazione@laprovinciacr.it

09 Febbraio 2024 - 13:09

CREMONA - Hai visto il programma del prossimo concerto allo Zini? C’è l’orchestra dell’armata grigiorossa che suona la quinta. No, non la quinta sinfonia di Beethoven, vuole suonare la quinta avversaria di fila. Il difficile sarà convincere la Reggiana a farsi suonare. La squadra di Nesta macina punti da sei partite, l’ultimo pareggio guarda caso con la Feralpisalò grida un po’ vendetta, ma se una matricola ben oltre metà campionato è nella scia dei playoff qualcosa vale.

Per suonarla, sì insomma per batterla, la Cremo dovrà stare attentissima a non perdere l’ispirazione che l’ha portata a scalare la classifica come un inedito dei Beatles. Le ultime quattro sinfonie sono riuscite bene, anche se sono state tutte scritte nella chiave di Gol minore. Quattro vittorie per uno a zero, roba un po’ minimalista, ma comunque musica per le nostre orecchie. Siamo tutti curiosi di sentire quale musica si suonerà con la Reggiana, ma alla fine l’unica cosa che conta è che sia un’opera da tre punti.

Dall’andata di Reggio Emilia, la Cremo riuscì a spremere solo un punto. Più che il risultato, fu la prestazione amletica a costare il posto a Ballardini. Si voltò pagina per tempo e si incominciò a dare alla squadra la personalità di cui mancava. Adesso la musica è diversa, ma per Stroppa i rebus da risolvere non mancano. Il primo è un problema che tutti gli allenatori vorrebbero avere, cioè intonare sempre meglio al coro dei compagni gli ultimi arrivati. Johnsen e Falletti sono due tenori che hanno già dimostrato di poter allargare il repertorio del coro grigiorosso. Certo bisogna salvaguardare gli equilibri di spogliatoio, nel quale di tenori adesso c’è abbondanza. Con Vazquez che torna a disposizione, spazio per tutti subito non c’è, qualcuno dovrà provare a essere protagonista anche senza suonare fin dal primo movimento.

L’altro problema, quasi un’emergenza, è inventarsi la difesa. Con Jungdal Ravanelli e Tuia non a postissimo, con Antov squalificato, la prima parte della distinta è una sciarada. Saro a Lecco se l’è cavata bene, speriamo che Marrone sia pronto per l’uso. Se cambiando i suonatori la musica dello zero al passivo restasse la stessa, il finale del pomeriggio avrebbe molte probabilità di essere anche stavolta allegro con brio. Insomma Cremo, non cambiare spartito. Noi veniamo allo Zini per sentirti suonare la quinta. Poi qualche differenza c’è, per la quinta di Beethoven non serve il pianoforte. Ma per suonare la quinta di Stroppa serve eccome. Purché naturalmente sia un pianoforte di gran marca, un pianoforte a Coda.

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