L'ANALISI
21 Gennaio 2024 - 11:17
CREMONA - A una certa età, per fare quattro salti in balera va bene anche il liscio. E a La Spezia abbiamo scoperto che il liscio è perfetto anche per fare tre salti in classifica. Il liscio che fa ballare di allegria Cremona non è quello di Casadei o di Castellina Pasi. È il liscio artistico del buon Salvatore Esposito. Un tocco di classe di quelli che servono assist alla Gialappa’s, e ai fortunati avversari. Massimo Coda ha colto l’occasione per rompere l’astinenza dopo sette partite, segnare questo benedetto decimo gol, far tornare la Cremo alla vittoria in trasferta dopo due stecche, e portarla sullo zerbino della terra promessa.
Il secondo umilissimo e utilissimo uno a zero consecutivo gratifica una Cremo che ancora non sprizza ispirazione da tutti i pori, ma dà fondo al barile della traspirazione, con un’altra partita di servizio e sacrificio. Non priva comunque di valori, prima fra tutti la capacità di sbagliare poco e di rimediare molto, in un pomeriggio già più imprevedibile del normale per via del vento, e reso caotico dallo Spezia, che ha cercato quella bagarre da saloon western nella quale vola di tutto e se non sta in campana anche il più forte rischia di farsi male.
Non è ancora il momento giusto per gli effetti speciali, e allora va bene anche questa Cremo umile e diligente, che si limita a fare i compiti evitando i famigerati errori di distrazione. Solo nell’ultimo quarto d’ora del primo tempo è saltata fuori la dispari levatura tecnica, e sono arrivate in rapida sequenza le occasioni da gol, stoppate dallo sveglio Zoet su Coda armato da Vazquez e su Falletti in azione personalissima. A proposito, chi non fosse stato informato che Falletti giocava per la prima volta con questa maglia non l’avrebbe proprio detto, data la naturalezza con cui Cesar si è calato nella parte. Peccato che non sia mancino, ma nessuno è perfetto.
Fatto il gol, e con lo stadio sull’orlo della crisi di nervi, ci si aspettava che la Cremo difendesse il vantaggio con un filo di autorevolezza in più, invece si è fatta stropicciare un po’ troppo. Così la difesa, che a metà partita aveva perso Ravanelli, si è dovuta sudare fino all’ultima goccia dell’interminabile recupero il percorso netto numero dieci. Anche se Jungdal l’unico intervento semiserio lo ha dovuto fare al minuto novantadue su palombella di Verde.
Due volte uno a zero che poi è un po’ come scrivere dieci, e poi dieci gol di Coda, dieci partite senza prendere gol. Dai Cremo, non sarai la prima della classe, e di esami ce ne sono ancora tanti, ma ti stai sudando una pagellina niente male. E alla fine mica tutti saranno bocciati, qualcuno dovrà pur essere promosso.
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